Un covid – 19 più “giovane”, trainato dalla variante Omicron che si trasmette con più facilità. La quarta ondata di coronavirus si è finora comportata come molti esperti avevano preconizzato. Ovvero ha colpito molto di più le fasce più giovani della popolazione rispetto a quelle che l’hanno preceduta.

Un andamento riscontrato anche in provincia di Belluno, come si evince dal confronto elaborato dall’Ulss 1 Dolomiti, che ha messo a confronto i dati della seconda (novembre – dicembre 2020) e quarta ondata (dicembre 2021 – gennaio 2022) di covid – 19.

Se nella seconda ondata la percentuale di bambini tra 0 e 5 anni colpiti dal coronavirus era dell’1,14%, il rapporto è salito al 4,51% nella quarta. Andamento analogo per le fasce di età 6-11 anni (dal 2,65% del 2020 all’8,79% attuale); 11-14 anni(da 2,55% a 4,45%); 15-19 anni (da 4,07% a 6,86%).

«Quanto evidenziato numericamente e graficamente – spiega l’Ulss 1 – attesta con chiarezza che questa quarta ondata epidemica ha interessato in modo molto più significativo i giovani rispetto a quanto accaduto nella seconda ondata epidemica (circa 25% nella quarta ondata rispetto a 10% circa nella seconda ondata).

I motivi di questa maggiore incidenza del covid in età giovanile sono riconducibili a vari fattori: ampia copertura vaccinale negli adulti rispetto alla fascia giovanile propria della quarta ondata rispetto all’assenza della copertura vaccinale per tutte le classi di età nella seconda ondata; maggiore mobilità sociale nella fascia d’età giovanile, anche non vaccinata rispetto agli adulti, soprattutto nei non vaccinati; ampi contatti scolastici ed extra scolastici (sport etc) attuali rispetto a contatti ridotti nel periodo proprio della seconda ondata, caratterizzato da provvedimenti restrittivi significativi».