Porte aperte, un anno dopo: Ceramica Dolomite ha archiviato la crisi e guarda al futuro

Porte aperte, un anno dopo: Ceramica Dolomite ha archiviato la crisi e guarda al futuro

Poco più di un anno e mezzo fa i numeri erano quelli degli esuberi e il rischio quello della chiusura completa del sito produttivo. Ideal Standard aveva già deciso di andarsene, dopo aver spolpato una fabbrica e i suoi dipendenti. Adesso, quei fantasmi sembrano lontanissimi. I numeri ora sono quelli del rilancio: una previsione di 24 milioni di euro di fatturato, con una produzione di 300mila pezzi.

È la nuova vita di Ceramica Dolomite, che ieri (sabato 20 maggio) ha aperto le porte a dipendenti, ex dipendenti e famiglie per celebrare il primo compleanno della nuova società. Una festa che ha visto passare tra i reparti dello stabilimento autorità e manager, ma anche famiglie e semplici operai. Del resto, il rilancio che si materializza oggi in quel di Trichiana è frutto dell’impegno di tutti: sindacati e lavoratori, istituzioni locali e regionali, e di una cordata di imprenditori che ha preso per mano la Ceramica per traghettarla dalle acque agitate al mare tranquillo dei nuovi mercati. 

La fabbrica nata dopo il Vajont e specializzata nella produzione di ceramiche sanitarie made in Italy ha avuto un periodo di crisi industriale piuttosto forte. Poi, giusto un anno fa, sono arrivati quattro soci: Banca Finint di Enrico Marchi (lo stesso che è anche presidente e amministratore delegato dell’aeroporto di Venezia), Delfin (la società “cassaforte” della famiglia di Leonardo Del Vecchio), Luigi Rossi Luciani Sapa di Luigi Rossi Luciani e Za-Fin di Bruno Zago. Insieme ai quattro, anche Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (partecipata al 100 per 100 dal Ministero dell’economia).
Quasi tutti i posti di lavoro sono stati salvati. La produzione è continuata. E oggi lo stabilimento conta poco meno di 400 dipendenti. 

«Possiamo giustamente celebrare la determinazione dei lavoratori e di imprenditori del nostro territorio, con cui sono stati difesi posti di lavoro e produzioni di qualità» ha detto l’assessora regionale al lavoro, Elena Donazzan. «L’intero Paese ha osservato con grande attenzione questo salvataggio industriale e nei prossimi anni assisterà, ne sono certa, al pieno rilancio produttivo».

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