Poche nascite e molti decessi: non è buona la salute del Bellunese

Poche nascite e molti decessi: non è buona la salute del Bellunese

Sempre più anziani, e con stili di vita da migliorare. La popolazione bellunese non è in perfetta salute. Lo dimostrano i dati del terzo Bollettino epidemiologico delle Dolomiti, curato dal Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 1 e pubblicato nel sito istituzionale dell’azienda sanitaria.

DEMOGRAFIA

Il dato più preoccupante è, ancora una volta, legato alla demografia. Nascono sempre meno bambini. Il tasso è stabile da almeno 5 anni a quota 6 nuovi nati ogni mille abitanti. Di contro, cresce la mortalità, passata dal 12,3 al 13,4 per mille.

L’invecchiamento della popolazione è uno degli aspetti demografici più importanti: «Dal 2018 l’età media della popolazione è aumentata da 47,6 a 48,5 anni – si legge nel report – e l’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni) da 222,8 a 241. La tendenza all’invecchiamento della popolazione continuerà anche nei prossimi anni con una previsione per il 2030 di un indice di vecchiaia di 303,8. (fonte ISTAT)».

Un dato preoccupante. Che si ripercuote anche sul tasso di mortalità, che nel 2020 in provincia è stato più alto del resto del Veneto per tutte le cause. Le principali sono comuni alle altre realtà industrializzate: malattie del sistema cardiocircolatorio e tumori.

STILI DI VITA

Incidono sulle cause di morte, e quelli dei bellunesi contengono luci ed ombre. Siamo un popolo che si fa parecchia attività fisica: il 67% degli adulti bellunesi risulta “fisicamente attivo”; il 21% risulta parzialmente attivo e il 12% risulta completamente sedentario. Di contro amiamo un po’ troppo il bicchiere. «Nella nostra provincia – riporta il documento dell’Ulss 1 – più di 7 persone su 10 assumono bevande alcoliche, con un 29% di consumatori “a maggior rischio” (fuori pasto, consumo elevato). I principali livelli di consumo problematico di alcol si riscontrano nelle persone con bassa istruzione e con difficoltà economiche».

TUMORI

In tema di tumori, importante appare il dato di incidenza del melanoma, che risulta il secondo tumore più frequente nella fascia d’età 0-49 anni. Mentre sono buoni i dati relativi alla performance degli screening oncologici (screening mammografico, screening cervicale e screening colo-rettale).

COVID- 19

Il bollettino epidemiologico mette in fila i dati aggiornati al 27 dicembre 2022. Che sono i seguenti:

– 87.676 casi confermati,

– 881 morti,

– 1.652.265 tamponi eseguiti (1.078.286 antigenici e 573.979 molecolari),

– 473.643 dosi di vaccino anti Covid somministrate.

VACCINAZIONI

Il capitolo dedicato alle vaccinazioni riporta dati di copertura prossimi al 95% per tutte le 10 vaccinazioni obbligatorie per l’età pediatrica. Buone, ancorché migliorabili, le coperture relative alle vaccinazioni offerte ai soggetti adulti-anziani (influenza, herpes zoster, pneumococco).

L’ultima parte del Bollettino riporta numerosi dati di attività del Dipartimento di Prevenzione con specifico riferimento alla sicurezza alimentare, alla sicurezza sul lavoro, alla medicina legale e alla veterinaria.

IL COMMENTO

«Pur in presenza del più importante evento epidemico della storia recente – sono le parole del direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti, Sandro Cinquetti – i servizi che costituiscono il Dipartimento di Prevenzione, collegati istituzionalmente con le municipalità, col volontariato, con la scuola e con il tessuto economico e sociale, hanno concluso questo impegnativo 2022 con buoni risultati, evidenti nei numeri offerti, anche in riferimento ai confronti nazionali e regionali. Appare tuttavia ancora necessario dedicare grande impegno al miglioramento degli stili di vita e dell’adesione alle offerte di salute, nonché all’operatività di campo. L’ulss Dolomiti ogni giorno cerca di fare al meglio la propria parte. Sono però necessarie fiducia e assunzione di responsabilità da parte di ogni singolo cittadino, nella consapevolezza che le scelte individuali costituiscono tuttora determinanti fondamentali della salute delle persone e dalle Comunità».

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