«Piccoli Comuni motore dell’economia», Scopel chiede misure concrete per la montagna

«Piccoli Comuni motore dell’economia», Scopel chiede misure concrete per la montagna

Sarebbero i piccoli Comuni il vero motore dell’economia produttiva italiana. Lo dice l’ufficio studi della Cgia di Mestre. Ed è un dato che non può essere ribattuto, per il semplice fatto che è formata così l’Italia, policentrica e fatta di un fitto tessuto urbano costituito da tanti paesi e poche città. Normale quindi, come dice l’analisi pubblicata in questi giorni, che fabbriche, uffici, negozi e botteghe siano concentrati nei Comuni a minor dimensione demografica. 

«Una situazione diffusa in maniera piuttosto omogenea lungo tutto lo stivale, ma che vede proprio il nostro Veneto nelle primissime posizioni della classifica» sottolinea Dario Scopel, sindaco di Seren del Grappa e membro del direttivo nazionale dell’Anpci, l’Associazione nazionale dei piccoli Comuni d’Italia. «Nel territorio veneto il 58% del Pil viene infatti prodotto dalle imprese che operano in Comuni con meno di 20mila abitanti. Percentuali del tutto simili riguardano poi anche la dislocazione delle unità produttive e il numero degli addetti, andando così a sfatare la credenza, piuttosto diffusa, che siano i grandi centri urbani a trainare la produzione di beni e servizi».

Quale lettura dare di questi dati? 

«È indubbio che il tessuto imprenditoriale, soprattutto quello bellunese e veneto, sono molto ramificati e legati a una storica dimensione familiare delle proprie attività. È altrettanto innegabile che gli imprenditori, oggi più che in passato, cercano nella pubblica amministrazione e in particolar modo nei Comuni, un interlocutore attento alle proprie esigenze e quanto più veloce possibile nel dar loro le risposte di cui hanno bisogno; in questo credo che le piccole amministrazioni locali abbiano una duttilità certamente maggiore, dettata anche dalla necessità di garantire al proprio territorio e alla propria comunità adeguate prospettive di sviluppo».

Piccolo però non è sempre sinonimo di bello. Piccolo negli ultimi anni ha significato strutture ridotte all’osso e uffici in grande difficoltà di personale, nei Comuni. Lo rileva anche l’analisi della Cgia di Mestre. Da qui, l’appello di Scopel: «Siamo nel bel mezzo della decisiva partita del Pnrr e alla vigilia di uno snodo politico con conseguenze di vitale importanza per il territorio bellunese. Mi auguro davvero che si prenda coscienza una volta per tutte della necessità di approntare politiche concrete di sostegno per i municipi decentrati, in particolare quelli della montagna, che ogni giorno si dimostrano baluardi insostituibili contro lo spopolamento, con tutti i rischi che purtroppo ben conosciamo, e con buona pace di chi in passato vedeva nelle piccole amministrazioni locali lo spauracchio contro cui lottare per ridurre i costi della politica».

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto