Chi è stato il numero uno dell’industria italiana? E come ha fatto a costruire una fortuna da trenta miliardi di dollari? Tommaso Ebhardt racconta con il suo personalissimo stile Leonardo Del Vecchio. E lo fa in un contesto speciale come quello di Cortina, all’interno della rassegna “Una montagna di libri”: l’appuntamento è per questa sera (giovedì 18), alle 18, all’Alexander Girardi Hall.
Ebhardt ha seguito passo dopo passo le tracce dell’imprenditore, scomparso lo scorso giugno: dalla casa dove è nato, ha per primo setacciato fonti e documenti, e negli archivi dell’orfanotrofio Martinitt si è imbattuto nelle commoventi lettere della madre vedova. È andato poi a cercare tra i boschi del Cadore i resti del primo laboratorio da cui è nata a fine Ottocento l’industria dell’occhiale, ha parlato con i primi operai di Del Vecchio, con i concorrenti, con estimatori e detrattori, con chi – come Giorgio Armani – ha fatto un pezzo di strada con lui. Ha visitato stabilimenti, musei, osterie e showroom, fino a incontrare l’imprenditore: un uomo schivo, che non ama parlare di sé, dei suoi amori, dei suoi sei figli. Un ragazzo del 1935 che è diventato un leader globale seguendo poche regole semplici ed essenziali, punto di riferimento anche per i giovani top manager dei colossi della tecnologia, come il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. Con un’idea fissa in testa: «Essere il più bravo».
L’ingresso è libero, fino a esaurimento posti: conduce Marco Bonet.