Il Bard chiede il campo largo. «Tutti al lavoro per l’elettività della Provincia»

Il Bard chiede il campo largo. «Tutti al lavoro per l’elettività della Provincia»

Graziano Delrio bocciato su tutti i fronti. Fino a diventare l’anello di congiunzione tra destra, sinistra e civici. Colui che unisce tutti sul fronte del “basta Province di secondo grado”.

Arriva a bocce ferme l’analisi del voto delle elezioni provinciali del movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti, e non può prescindere dal tema centrale nella politica del movimento: «Queste elezioni hanno dimostrato ancora una volta, e in maniera decisamente chiara, il fallimento della legge Delrio. Tutti i partiti ora chiudano l’epoca delle polemiche e degli attacchi, e si impegnino unitariamente per far sì che si arrivi al più presto al ripristino dell’elettività diretta di presidente e consiglieri provinciali».

Per il Bard, i risultati di questa tornata elettorale sono fallimentari su tutti i fronti: «Oltre a non dare – con il voto ai soli amministratori – rappresentatività ai cittadini, si è riusciti anche a non dare la giusta rappresentanza ai territori: basti vedere il caso più limpido, quello di Feltre, ma come dimenticare l’assenza di un amministratore agordino in consiglio? O, al contrario e senza voler togliere niente a nessuno, la presenza di ben tre rappresentanti su dieci dell’Alpago? È un meccanismo nato a uso e consumo dei partiti, ma costruito in una maniera tale che rende ingestibile, imprevedibile e ingovernabile il sistema».

L’appello del movimento autonomista va tanto alle forze di maggioranza che a quelle di opposizione: «Tutti, dal centrodestra al centrosinistra, in questi mesi hanno condannato – o rinnegato – la sciagurata riforma Delrio, che con l’obiettivo di eliminare le Province le ha svuotate, mantenendole però in vita con una forma palesemente inefficace. Ci auguriamo quindi che, come promesso più volte tanto dai sostenitori del governo centrale quanto da chi milita in un partito che quella legge ha voluto e approvato, si torni al più presto a elezioni democratiche per le Province. Non solo: vanno anche ripristinati i trasferimenti statali per permettere a questi enti di poter svolgere il proprio lavoro sui territorio, e alla Provincia di Belluno vanno garantiti tutti i fondi necessari per governare un territorio montano, alpino e “speciale” – tanto per le sue caratteristiche orografiche quanto storico-culturali – gravemente penalizzato dall’assenza per anni di un governo locale rappresentativo e democratico».

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