Martedì prossimo (29 aprile), il consiglio regionale del Veneto voterà un progetto di legge per introdurre delle deroghe al divieto di transito dei mezzi a motore nelle strade silvo-pastorali. Primo firmatario: Gianpietro Possamai, presidente regionale di Federcaccia Veneto. Ma Peraltrestrade Dolomiti è pronta a dare battaglia. Per il coordinamento delle associazioni per l’ambiente e la legalità dell’Alto bellunese «In assenza di controlli stringenti l’introduzione delle deroghe costituirebbe un potenziale via libera ad invadere i sentieri anche di alta quota per migliaia di fuoristrada di coloro che esercitano attività collegate con la caccia».
Non è la prima volta che a livello regionale si cerca di far passare un provvedimento simile: «Già nel 2028 – ricorda Peraltrestrade in una nota – ci fu un tentativo analogo che non andò a buon fine per la ferma opposizione del CAI Veneto e di altre associazioni e Istituzioni». «Il tentativo -accusa Peraltrestrade – si ripete oggi con la proposta di inserire tre nuove categorie che potrebbero andare in deroga alla legge regionale: i soggetti privati gestori della fauna selvatica; i conduttori di cani da recupero; i preposti al contenimento delle specie invasive». Tutte categorie, puntualizza il coordinamento ambientalista, «Che finora hanno potuto tranquillamente svolgere le loro attività senza la necessità di dover violare il divieto di circolazione».
Secondo Peraltrestrade l’apertura indiscriminata delle strade silvo – pastorali ai mezzi a motore per scopi privatistici «Comporterà problemi che vanno ben oltre la tutela della fauna selvatica». In particolare, segnalano gli ambientalisti, «inciderà negativamente sul corretto governo del territorio forestale, montano e delle aree protette. Riteniamo inoltre che un tale provvedimento vada contro gli interessi della montagna, dei montanari e degli escursionisti per i problemi che porta con sé legati alla sicurezza, da garantire in tutte le situazioni, alla manutenzione ordinaria e straordinaria, alla responsabilità penale. A questo si aggiunga l’inquinamento ambientale e acustico che un maggiore traffico di mezzi motorizzati comporterebbe in ambienti delicati e di grande pregio naturalistico e il rischio che con l’incremento della viabilità aumenti ancor di più l’opera di bracconaggio, non sempre facile da contenere».
Motivazioni che spingono Peraltrestrade alla “Chiamata alle armi”: «Invitiamo i cittadini veneti a mobilitarsi nel modo che riterranno più opportuno, in modo particolare presso i consiglieri regionali del loro territorio, per fare in modo che almeno i sentieri vietati al traffico privato rimangano liberi da mezzi a motore e restino a disposizione di chi desidera camminare in sicurezza, nel silenzio e nella tranquillità della natura».