Patrimonio boschivo, il Pd lancia l’Agorà Foreste

Patrimonio boschivo, il Pd lancia l’Agorà Foreste

Boschi e foreste italiane sono un grande patrimonio poco conosciuto e poco valorizzato sia in termini culturali sia in termini ambientali ed economici. Le aree forestali coprono il 36 per cento del territorio nazionale con oltre 11 milioni di ettari, un terzo dell’Italia, con un aumento molto forte avvenuto negli ultimi anni. Con i cambiamenti climatici in atto che producono siccità, aumento diffuso delle temperature e scioglimento dei ghiacciai, è necessario rivedere la legislazione del settore e prevedere le azioni per preservare patrimonio boschivo e farne una leva della transizione energetica. 

Ad accendere i fari sul tema ci ha pensato il Partito Democratico che ha organizzato una specifica Agorà chiamando a discutere esperti con competenze scientifiche e della ricerca, amministratori locali, associazioni, sindacati, rappresentanti del mondo economico. Coordinati da Susanna Cenni responsabile agricoltura e foreste della segreteria Pd, Chiara Braga (responsabile ambiente e transizione ecologica), dai deputati Stefania Pezzopane e Roger De Menech, i partecipanti hanno condiviso un’agenda di tre punti principali: attuazione delle strategie forestale e biodiversità, sostegno alle attività economiche, coinvolgimento nelle decisioni delle comunità locali.

«Boschi e foreste sono un presidio economico, climatico e sociale, nonché culturale, per molte realtà delle aree interne. Fare un ‘tagliando’ alle norme in vigore, alla pianificazione in atto, non è più rinviabile, mettendo in primo piano la piena attuazione della strategia forestale e della biodiversità nazionale con il massimo coordinamento tra gli attori istituzionali» il messaggio lanciato dal Pd. 

Sul fronte economico sono emersi numerosi spunti, in particolare la certificazione forestale, il sostegno alle attività della filiera, con la nascita di nuove imprese, la formazione tecnica e professionale e l’utilizzo del legno nelle commesse pubbliche, nell’edilizia e nella produzione energetica. Risvolti positivi del patrimonio forestale si potranno avere anche nelle città, accogliendo progetti di forestazione urbana attraverso la vivaistica nazionale e di bioeconomia circolare.

«Per attuare questo complesso ordine di interventi serve la partecipazione delle comunità, l’accorpamento delle piccole proprietà fondiarie, il coordinamento delle attività di ricerca istituzionale e accademica, e una costante vigilanza attraverso il ripensamento dei servizi di vigilanza ambientale territoriali, partendo dalle polizie provinciali» l’idea del Pd. «In definitiva, alberi e foreste offrono una maggiore capacità di assorbimento della CO2, ma implicano la necessità di avere adeguate politiche di gestione e manutenzione. Nei prossimi anni sarà importante trovare un punto di equilibrio tra la valenza ambientale, la gestione economica delle risorse – la valorizzazione della filiera del legno, i frutti del sottobosco, la gestione turistica, naturalistica -, la prevenzione degli incendi e del dissesto idrogeologico, l’attività di vigilanza e di gestione in materia di fauna selvatica, o di pesca nelle acque interne, l’impresa e il lavoro».

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