Partito il restyling dell’ospedale di Lamon. 5 milioni di euro per un centro riabilitativo d’eccellenza

Partito il restyling dell’ospedale di Lamon. 5 milioni di euro per un centro riabilitativo d’eccellenza

Giù a colpi di martello pneumatico. E su di nuovo, grazie ai Fondi per i Comuni di confine. Sono iniziati ufficialmente i lavori di ammodernamento, messa in sicurezza e ampliamento dell’ospedale di Lamon.

Un intervento da 5 milioni di euro, dei quali 4 a carico del Fondo per i Comuni di confine, nell’ambito del progetto “Sanità nel Feltrino”. L’altro milione lo mette la Regione: nel 2023 sarà riconsegnato alla comunità un gioiello della riabilitazione. Non solo ortopedica e cardiologica, ma anche con una specializzazione per il recupero funzionale post – covid, con l’obiettivo di aiutare a tornare alla vita normale le persone che hanno combattuto più duramente contro il virus.  

A dare il primo e simbolico colpo di martello pneumatico l’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, che non è voluta mancare all’inizio del percorso che permetterà alla struttura lamonese di diventare uno dei centri all’avanguardia per le cure riabilitative.

«Questo di Lamon è un ottimo esempio di ciò che deve essere la sanità territoriale – le parole dell’assessore regionale, che era accompagnata dall’assessore regionale Gianpaolo Bottacin e dal consigliere Giovanni Puppato – perché già ora si tratta di un centro di servizi d’eccellenza che attira utenti da un bacino molto ampio».

Il 30% dei circa 900 utenti che ogni anno transitano per Lamon proviene infatti dalle altre Ulss del Veneto o addirittura da fuori regione. I numeri sono stati snocciolati dalla direttrice medica dell’ospedale di Feltre (dal quale Lamon dipende), Marianna Lorenzoni, che ha sottolineato in particolare la sinergia costruita negli anni con il territorio del Primiero, dal quale, spiega «Proviene ogni anno il 7% dei nostri pazienti. Prima del covid qui a Lamon transitavano circa 900 utenti all’anno e venivano somministrate 1.500 prestazioni ambulatoriali di vario tipo. Ma non solo, facevamo anche circa una trentina di visite radiologiche alla settimana e 40 prelievi al giorno». Il covid ha rallentato tutto, ma non ha fermato l’attività: nel 2020 l’ospedale riabilitativo di Lamon ha messo in fila 500 ricoveri.

Che potranno crescere in futuro. Al termine dei lavori (affidati all’impresa Paolo Beltrami Costruzioni s.p.a. di Paderno Ponchielli, in provincia di Cremona) l’ospedale potrà contare su 70 posti letto, 22 in piùm degli attuali, dei quali 7 dedicati alla nuova Unità Riabilitativa Territoriale. Inoltre, saranno riorganizzati i locali dei servizi di diagnostica Radiologica, i servizi sanitari territoriali e le attività socio assistenziali e sarà realizzata una Unità Riabilitativa Territoriale con 7 posti letto.

«Sono qui da 27 anni – spiega il responsabile della struttura, Massimo Ballotta – e mi ricordo che quando si decise di trasformare l’ospedale in un centro riabilitativo, le facce dei medici erano smarrite e fu difficile spiegare che qui gli utenti avrebbero dovuto trovare qualcosa di speciale per poter decidere di venire. E’ questa identità che ci ha contraddistinto finora e che vogliamo mantenere e migliorare».

Di lavoro di squadra parla Paolo Perenzin, primo cittadino di Feltre e presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss1. «Nel 2017 tutti insieme decidemmo di guardare al territorio in un’ottica di sanità policentrica, valorizzando le specificità e le peculiarità di ciascun ospedale bellunese. La parola d’ordine è stata e dev’essere “integrazione”. Ma la Regione ci deve aiutare: ci aspettano almeno 5 anni nei quali la carenza di professionisti si farà ancora fortemente sentire e dovremo stringere i denti».

«Forse nel passato si è puntato a concentrare troppo – aggiunge Roger De Menech, presidente uscente del comitato di gestione del Fondo per i comuni di confine –  e la pandemia ci ha fatto capire che bisogna continuare ad investire nella sanità del territorio, rendendola il più capillare possibile».

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