Si apre in Comelico il nuovo fronte della lotta al bostrico tipografo, il parassita che sta devastando i boschi del Nord Italia. A sei anni dalla tempesta Vaia, che ha lasciato a terra milioni di alberi, il Veneto lancia una sperimentazione innovativa per contenere l’infestazione e salvare il patrimonio forestale. Il progetto, promosso dal Settore Fitosanitario della Regione Veneto in collaborazione con il Dipartimento DAFNAE dell’Università di Padova e Agrin, punta a proteggere in particolare gli abeti monumentali e le cataste di legname a rischio deprezzamento. I test sono partiti in Val Visdende, in un’area ricca di abeti rossi e bianchi tra i più alti d’Italia, con esemplari che superano i 48 metri.

La strategia: tronchi-esca e sostanze repellenti
«La biologia del bostrico rende difficile il contrasto diretto – spiega il professor Andrea Battisti dell’Università di Padova –. L’insetto si nutre sotto la corteccia, dove depone le uova. Per questo stiamo testando una sostanza naturale repellente che lo allontani dagli alberi sani, attirandolo su tronchi-esca trattati con prodotti specifici». L’obiettivo è duplice: salvare gli alberi monumentali e impedire che il legname stoccato perda valore commerciale. La sperimentazione coinvolge anche l’azienda Pradetto Roman Matteo e la Regola Comunione Familiare di Campolongo.
Un’invasione silenziosa
I numeri parlano chiaro: nel solo Veneto, il bostrico ha colpito 8.176 ettari di bosco. In Friuli Venezia Giulia sono 2.408, in Lombardia 3.439, in Trentino 13.422 e in Alto Adige ben 9.984. In alcune aree, i danni superano quelli causati da Vaia nel 2018. Il parassita ha trovato terreno fertile proprio tra i tronchi abbattuti dalla tempesta, trasformando il legno in un habitat ideale per la riproduzione. Le estati sempre più calde e secche hanno accelerato la diffusione, rendendo urgente un’azione coordinata. Dal 2019 sono state attivate diverse misure di contenimento, tra cui il posizionamento di tronchi-esca e il monitoraggio costante da parte dei servizi forestali e di Veneto Agricoltura. Buoni risultati sono stati registrati sull’Altopiano di Asiago, ma la sfida resta aperta. E oltre al danno ambientale, il settore forestale deve fare i conti con pesanti ricadute economiche: il legname infestato perde valore, mettendo in crisi l’intera filiera.