Operazione perfettamente riuscita: alle 13.30, è avvenuta la tanto attesa esplosione che ha “alleggerito” il corpo della frana “Busa del Cristo”, a Perarolo di Cadore.
Ottocento i chili di esplosivo utilizzati: «L’esplosione – spiegano da Veneto Strade – era finalizzata a evitare che in futuro gli spostamenti naturali del corpo di frana mettessero in crisi il deflusso del fiume Boite».
Sul posto anche l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin: «A fine 2020 ci fu presentata dall’Università di Padova una modellazione che evidenziava il rischio idraulico in mezzo al paese, ma le soluzioni non erano risolutive nel breve termine. Rendendomi immediatamente conto che la gente non poteva continuare a star fuori casa ancora a lungo, proposi la soluzione di far esplodere la frana in un momento in cui il Boite fosse in magra, così da farlo in condizioni di sicurezza: le modellazioni dimostravano infatti che non c’era il rischio che il materiale arrivasse alle case. Come avevamo già fatto per Schiucaz, dissi di valutare la dinamite».
A questo proposito, è stato chiamato Danilo Coppe, uno dei massimi esperti in materia e conosciuto anche per la demolizione del Ponte Morandi a Genova: «Abbiamo scelto di intervenire con un’azione di alleggerimento attraverso l’impiego di esplosivo del corpo di frana – prosegue l’assessore Bottacin – con l’obiettivo di ridurre il rischio idraulico connesso alla potenziale ostruzione del torrente Boite e i circostanti abitati. L’esplosione ha permesso il distacco in parete di circa 10mila metri cubi di materiale, che corrispondono a un volume disgregato di oltre 15mila metri cubi. Ancora una volta siamo intervenuti con tempestività, con scelte all’insegna di sicurezza e innovazione».