La leggenda racconta che mentre stava per vendicare il fratello assassinato, gettò la spada e perdonò l’assassino. Poi entrò nel monastero di San Miniato, per darsi alla vita cenobitica. Ma ne uscì molto presto, indignato di fronte all’abate che aveva appena comprato la carica di vescovo. Si ritirò così tra i faggi e gli abeti di Vallombrosa (nei dintorni di Firenze). È per questo che San Giovanni Gualberto è il patrono dei forestali. La sua festa si celebra oggi (12 luglio) e c’è una chiesetta a lui intitolata in Nevegal. Proprio tra gli alberi.
È la prima chiesa del Colle. Oggi la messa viene celebrata quotidianamente nel Santuario, che fino a una trentina d’anni fa non esisteva. Prima le celebrazioni religiose venivano officiate nella chiesa di San Giovanni Gualberto. Venne costruita nel 1958, in occasione della VII Festa nazionale della montagna. Erano gli anni del rimboschimento e il Nevegal salutava quasi del tutto pascoli e alpeggio: con 30 milioni di lire vennero messe a dimora oltre un milione di piante tra il Piazzale e il Visentin. E l’opera fu conclusa con la costruzione del sacello dei forestali.
Una struttura sobria, adatta all’ambiente montano, con il tetto a spioventi e la copertura in scandole di larice. La si raggiunge con una scalinata ripida, di oltre cento gradini. Nascosti tra gli alberi, come è normale che sia per un santo che scelse di vivere in solitudine, tra i boschi.
Oggi la chiesetta verrà aperta per la tradizionale cerimonia, organizzata dalla Sezione di Belluno dell’Associazione nazionale Forestali (Anfor). Ci sarà la celebrazione della Santa Messa alle ore 10.30, officiata da don Marco De March.