«Olimpiadi nelle mani di un comitato d’affari. Dove sta la politica?»

«Olimpiadi nelle mani di un comitato d’affari. Dove sta la politica?»

Nella settimana di Sant’Andrea commissario per le opere olimpiche e del finanziamento delle varianti di Cortina e Longarone, gli ambientalisti tornano a dire “no” alle Olimpiadi 2026. Lo fanno con una serie di «amare riflessioni» – così le definiscono – circa la gestione della partita olimpica.

«A quattro anni dalle Olimpiadi Milano-Cortina non c’è ancora uno straccio di progetto, non un piano di interventi, non una Vas (valutazione ambientale strategica, ndr), nulla a cui il cittadino possa accedere. Mentre la riduzione dei servizi accentua lo spopolamento della montagna e le attività chiudono, milioni di euro stanno per essere investiti in una colata di cemento che lascerà i territori più poveri di prima, oltre che profondamente sfregiati» sostengono gli attivisti di Peraltrestrade Dolomiti. 

«Più che di una classe politica che agisce nell’interesse dei cittadini e della next generation, si ha l’impressione di essere nelle mani di un comitato d’affari che porta avanti con determinazione un proprio disegno cementificatorio, che con la scusa delle Olimpiadi e dell’urgenza bypassa ogni regolamento e ogni controllo. Si va avanti a testa bassa con il business as usual, condito da parole rubate come “verde” e “sostenibile”, nonostante gli effetti della crisi climatica innescata dall’impatto delle attività umane sull’ambiente si facciano ogni giorno più evidenti, indifferenti al fatto che questi comportamenti porteranno a breve a un punto di non ritorno, con conseguenze inimmaginabili, fino a mettere a rischio la nostra stessa sopravvivenza. Sorgono spontanee alcune domande: Dove sta il senso di responsabilità della classe politica? Dove sta andando la nostra democrazia?».

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