Un’intera comunità celebra l’arte: conto alla rovescia per la mostra su Luigi Cima

Un’intera comunità celebra l’arte: conto alla rovescia per la mostra su Luigi Cima

Opere ed esposizioni diffuse sul territorio. Perché tutta la Sinistra Piave è stata la patria e insieme la tavolozza di colori di Luigi Cima. A Borgo Valbelluna fervono i preparativi per la grande mostra dedicata al pittore zumellese. Un’esposizione che non sarà limitata a Mel, ma avrà tre sedi espositive. Al Palazzo delle Contesse, nella piazza di uno dei borghi più belli d’Italia. Ma anche in Sala Tina Merlin a Trichiana e nel nuovo oratorio di Lentiai. Inaugurazione il 12 marzo.

«Crediamo molto in questo evento e siamo molto soddisfatti della formula utilizzata nell’organizzazione, che si caratterizza per una solida base scientifica coniugata con una marcata apertura a tutte le risorse del territorio, in un clima di continua condivisione – commenta l’assessora alla cultura di Borgo Valbelluna, Monica Frapporti -. Per questo ringraziamo la curatrice Antonella Alban e ArtDolomites con tutto il suo staff, ma anche tutto il mondo del volontariato e le attività commerciali, che hanno risposto con entusiasmo. Speriamo che un evento così diffuso possa aiutare a far capire che la nostra comunità ha grandi potenzialità, ma se ne vedranno i frutti solo se sapremo unire le forze».

“Luigi Cima tra i maestri del vero”, con l’esposizione delle opere al Palazzo delle Contesse di Mel, condurrà il visitatore nella scoperta del percorso artistico dell’artista che si formò alla scuola dei maestri dell’epoca a Venezia e fu a contatto con i movimenti artistici europei. Ma non solo: si potranno cogliere anche gli aspetti più personali, più intimi del Cima e calarsi nella realtà culturale del suo tempo. Un viaggio a ritroso fino al presente grazie agli scatti fotografici di Walter Argenta e Dario Tonet che hanno saputo cogliere le atmosfere paesaggistiche fonte di ispirazione per l’artista presenti nell’esposizione in Sala Tina Merlin a Trichiana.

Un altro aspetto poco conosciuto del Cima è rappresentato dalla produzione dei ritratti e del sacro che sarà presente a Lentiai. Per il critico d’arte Antonella Alban, sono «due risvolti di un mondo immaginativo fatto di cose semplici, di famiglia, di legami affettivi e interiori sicuramente importanti per comprendere appieno anche l’aspetto umano e personale del maestro. Si tratta infatti di una pittura apprezzata per le atmosfere suggerite da improvvise vibrazioni di luce, per la serenità mai enfatizzata dei personaggi, per la suggestione dei toni cromatici. L’artista ha eliminato i risvolti retorici per concentrarsi su una dimensione di presa diretta, senza filtri intellettuali e ci colpisce la naturalezza con cui si muovono i personaggi, la gestualità composta delle azioni, l’intensità degli sguardi». 

La mostra resterà visitabile fino al 5 giugno.

in foto: Luigi Cima, veduta della Valbelluna

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