«Non date da mangiare ai cervi: non è un film di Walt Disney»

«Non date da mangiare ai cervi: non è un film di Walt Disney»

 

Una locandina di sensibilizzazione sullo svernamento di cervi e caprioli: l’ha ideata e realizzata la Provincia. 

Sì, perché l’inverno particolarmente nevoso spinge molti a pensare che gli ungulati siano in difficoltà. Così, negli ultimi giorni, si sono moltiplicate le foto e i video di persone che danno da mangiare agli animali del bosco direttamente dai balconi di casa. «Si tratta di animali selvatici e una visione disneyana non è corretta: ne va della salute dei cervi stessi, che tendono a scegliere luoghi precisi di svernamento, lontano dai pericoli delle strade e dei paesi. E poi, facendo avvicinare gli animali ai centri abitati, si rischia di creare un problema per la viabilità, come abbiamo visto di recente, anche con un incidente ferroviario; e di esporre così gli ungulati a rischi enormi» afferma il consigliere provinciale delegato Franco De Bon, che insieme ai tecnici del settore faunistico ha predisposto alcune semplici regole di comportamento. Con una premessa: «Gli inverni nevosi, e la mortalità naturale che ne consegue, sono un meccanismo di regolazione delle popolazioni che la natura mette in atto da sempre per ridurre i rischi della sovrappopolazione e selezionare gli individui più resistenti. Le conoscenze scientifiche sconsigliano l’adozione generalizzata della pratica dell’alimentazione di soccorso invernale. Infatti, l’energia spesa dagli animali per raggiungere i siti di foraggiamento, la competizione all’interno della stessa specie e tra specie diverse e i problemi digestivi conseguenti all’assunzione di un alimento a cui l’organismo non è abituato, aumenterebbero il rischio di mortalità».

Ecco quindi il vademecum per aiutare veramente gli ungulati: 

– custodire rigorosamente tutti i cani, che possono creare stress ai selvatici;

– non fare escursioni fuori dai sentieri e dalle piste già frequentate, a maggior ragione con mezzi motorizzati o con cani al seguito: la sola presenza di cani in prossimità dei selvatici ne induce la fuga con notevole dispendio di energia;

– non alimentare gli ungulati che si dovessero avvicinare alle abitazioni, attirandoli con i cibi più svariati (pane secco, avanzi di cucina…). Questo, oltre a creare squilibri metabolici spesso fatali, può indurre dipendenza e rallentare il ritorno degli animali “in natura”.

«Il manto bianco non costituisce un problema per gli animali, forniti dalla natura di tutti gli strumenti per sopravvivere – continua il consigliere De Bon -. L’invito a evitare di entrare in confidenza con i selvatici vale per i cervi, ma anche per altri animali. E in questo senso stigmatizzo come deplorevole l’atteggiamento della persona che ha rincorso in macchina un branco di lupi. Un atteggiamento che potrebbe configurare il maltrattamento animale, tanto che sul caso è in corso un’indagine dei carabinieri forestali».

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