«Non siamo noi i cattivi. Se la seggiovia del Nevegal non ha aperto ad agosto, la colpa non è dell’Alpe».
Maurizio Curti e Piero Casagrande, presidente del Cda e direttore della società proprietaria degli impianti del Colle, non intendono essere i capri espiatori della vicenda che ha animato l’estate bellunese. E raccontano la loro verità sul perché i motori della seggiovia, quest’estate, non si accenderanno.
«Pretendiamo rispetto – tuonano – per una società che per otto anni ha mantenuto aperti gli impianti, nonostante le difficoltà». Alpe del Nevegal è stata accusata dal sindaco Massaro, in consiglio comunale, di non aver mai consegnato la documentazione richiesta da Bellunum, che avrebbe dovuto affittare la seggiovia per il periodo estivo. «È vero – specifica Curti – ma manca un tassello importante. Vista la mole di documenti richiesti (un elenco di oltre 40 punti, tra cui molti dati sensibili), come prevede il Codice della privacy abbiamo richiesto la firma su un patto di segretezza. Firma mai arrivata. Invece abbiamo letto sulla stampa, il 1° agosto, la lista delle cose che a nostra volta avevamo richiesto a Bellunum, a garanzia della possibilità economica dell’operazione. Evidentemente qualcuno alla stampa deve averli passati: un comportamento scorretto, che ci dà ragione nell’aver preteso discrezione». Curti sgombra il campo anche da possibili equivoci sulle intenzioni: «Fin dal primo incontro con Palazzo Rosso e Bellunum (il 3 luglio) abbiamo detto che non c’erano i tempi tecnici per aprire ad agosto. E poi dal punto di vista economico l’operazione, tanto più con le limitazioni causate da covid, non stava in piedi».
Le perplessità dell’Alpe si allungano però sino al prossimo inverno. «Noi, come ampiamente anticipato – spiega Casagrande – liquideremo la società a metà settembre. E per essere pronti per Natale, le manutenzioni sugli impianti devono essere fatte già da ottobre. Quindi se il Comune intende comprare gli impianti deve sbrigarsi, il tempo è poco. Da parte nostra garantiamo massima collaborazione. Abbiamo consegnato già a metà luglio tutta la documentazione richiesta da Paragon (l’advisor individuato da Palazzo Rosso, ndr) per lo studio di fattibilità economica dell’operazione».