Montagna sempre più difficile: metà dei Comuni bellunesi senza servizi essenziali

Montagna sempre più difficile: metà dei Comuni bellunesi senza servizi essenziali

Farmacie, negozi di alimentari, edicole cercansi. Nella montagna che si spopola, sono questi i servizi che mancano. E per i residenti – gli ultimi dei Mohicani – diventa difficile resistere alla tentazione di scendere a valle, dove la vita è più semplice. Perché c’è uno spostamento che neanche le zone rossa e arancione sono riuscite a fermare: quello che porta via la gente dai piccoli paesi di montagna; e che tra meno di un secolo potrebbe significare spopolamento pressoché totale di intere aree del Cadore e dell’Agordino (Cadore e Agordino disabitati. Così la provincia nel 2100).

VITA DIFFICILE

Non è semplice vivere in zone dove mancano i servizi essenziali. È questo il dato di partenza. Molto più facile abitare in Valbelluna, dove supermercati e farmacie sono poco fuori della porta di casa. La differenza tra “terre alte” e Valbelluna sta tutta qui. 

Il problema è che quasi la metà dei Comuni bellunesi sconta situazioni di bassa dotazione di servizi essenziali: 27 su 61. Dieci però sono individuabili in bassissima dotazione, o addirittura critica.

I DATI

A fare i conti è la Fondazione Think Tank Nordest, che su dati Istat, Infocamere e Regione ha messo insieme tutti i Comuni veneti per calcolare l’effettiva dotazione di servizi minimi o essenziali. L’analisi ha definito sei categorie di servizi di prima necessità: negozi alimentari; tabaccherie, edicole e cartolerie; farmacie e parafarmacie; sportelli bancari; uffici postali; scuole. Più scarsa è la presenza di queste attività e più basso è il valore dell’indicatore complessivo. I risultati evidenziano come siano soprattutto i piccoli Comuni montani quelli con le maggiori carenze in termini di dotazione di servizi essenziali.

IL DETTAGLIO

Lo studio ha definito tre fasce. La prima è quella in cui la vita è tutto sommato facile, perché la presenza di servizi è scarsa, ma non scarsissima. Vale a dire che magari c’è il negozio di alimentari e pure l’edicola, ma mancano banca e farmacia. In provincia di Belluno sono 17 i Comuni in queste condizioni: Borca, Canale, Chies, Cibiana, Gosaldo, La Valle, Lorenzago, Rocca Pietore, San Gregorio, San Pietro, Selva, Sospirolo, Sovramonte, Taibon, Vigo, Vodo e Voltago. Alcuni hanno la fortuna di essere attaccati a Comuni più grossi e maggiormente dotati di servizi, altri invece pagano anche una distanza geografica notevole dal “resto del mondo”.

Poi c’è la fascia a bassissima dotazione, in cui rientrano 4 località: Danta, Rivamonte, San Nicolò e Vallada, tutti Comuni sotto i 500 abitanti (eccezion fatta per Rivamonte, che arriva a 615). Ma il tasto dolente sono i Comuni in zona critica. Vale a dire quelli in cui manca praticamente tutto. Sono 8 in tutto il Veneto e 6 in provincia di Belluno: Colle Santa Lucia, Ospitale, Perarolo, San Tomaso, Soverzene e Zoppè.

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