Cadore e Agordino disabitati. Così la provincia nel 2100

Cadore e Agordino disabitati. Così la provincia nel 2100

Tra 80 anni, la provincia di Belluno conterà poco più di 160mila abitanti. Vale a dire 42mila in meno di adesso. È come se sparissero in un colpo solo Destra e Sinistra Piave. Via Sedico, Santa Giustina, Limana, Cesio, Sospirolo, San Gregorio e Borgo Valbelluna. O meglio, Cadore, Comelico e Agordino: molto più probabile che a rimanere disabitate siano le “terre alte”. Numeri pazzeschi, frutto di proiezioni certo, ma realistiche, perché basate sull’andamento demografico degli ultimi anni.
Tra l’altro, l’elaborazione è stata fatta anche da Eurostat per il Sole 24 Ore. E la mappa interattiva presentata dal sito (con caselline che cambiano di dimensione a seconda dell’andamento di nati e morti) è interessante: Roma, Milano e Napoli sempre più grandi; Belluno sempre più piccola. 
I DATI
Si parte ovviamente dal 2020. Belluno conta 202.263 abitanti. Poi la proiezione viene fatta di 10 anni in 10 anni. Quindi, nel 2030 si arriva a scollinare sotto quota 200mila: 197.252 per la precisione. Si scende a 191.734 nel 2040 e via così. Fino al 2100, quando le stime dicono che la provincia dolomitica avrà 160.506 residenti. 
COLPA DELLA MONTAGNA?
La risposta è no. Provare per credere. Bolzano, autonoma e ricca seppur montana, conta 534.036 abitanti oggi. Secondo le proiezioni, arriverà a 760mila nel 2090 e a 793.254 nel 2100. Trento parte dai 542.262 del 2020 appena concluso e arriverà a 566.553 nel 2100.
A calare – anche se con numeri completamente diverse – saranno anche altre province venete, quelle della Pedemontana. Vicenza in 80 anni perderà circa 60mila abitanti, Treviso circa 40mila. Un calo fisiologico dovuto alla diminuzione delle nascite. Per Belluno invece pesa anche l’abbandono delle “terre alte”, destinate a diventare “terre altre”, disabitate. Con tutte le conseguenze del caso.

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