Mercato del lavoro in chiaroscuro, 3mila posti in meno da inizio anno

Mercato del lavoro in chiaroscuro, 3mila posti in meno da inizio anno

Il dato, a leggerlo senza contesto, fa paura: 3mila posti di lavoro in meno in provincia dall’inizio dell’anno. Nello stesso periodo il resto del Veneto ha registrato una crescita senza eguali dal post-Covid.

Lo dice l’ultimo aggiornamento della Bussola di Veneto Lavoro. Nel mese di aprile il saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato e di apprendistato ha superato le 15.000 posizioni lavorative in più, per un bilancio complessivo che si attesta a +43.900 posti di lavoro dall’inizio dell’anno. 

Anche in virtù delle dinamiche stagionali che caratterizzano il periodo, in occasione delle festività pasquali e in vista della stagione estiva, a determinare tale risultato positivo contribuisce in particolare il lavoro a termine, che tra gennaio e aprile fa registrare 24.500 posizioni a tempo determinato in più (+11.400 nel solo mese di aprile) e un incremento delle assunzioni pari al +6% rispetto all’anno precedente. L’aumento delle stabilizzazioni e la diminuzione delle cessazioni determinano un saldo positivo anche per i contratti a tempo indeterminato (+18.900), mentre l’apprendistato mostra un saldo di 500 posizioni lavorative in più, tutte concentrate nell’ultimo mese.

ASSUNZIONI

La domanda di lavoro complessiva si attesta su livelli superiori rispetto ai quattro anni precedenti, sia per quanto riguarda il mese di aprile che l’intero quadrimestre. Nell’ultimo mese le assunzioni sono state complessivamente 59.700, con una crescita del 5% rispetto allo scorso anno, 220.400 dall’inizio dell’anno. Prosegue la crescita delle trasformazioni a tempo indeterminato (+14% nei primi quattro mesi dell’anno). Ad aumentare è in particolare la richiesta di lavoratori over 55 (+11% sul 2022) e di quelli stranieri (+11%). In crescita anche la quota delle assunzioni con contratto part time (+9%), che interessano sempre di più anche gli uomini.

BELLUNO È LA VOCE FUORI DAL CORO 

I nuovi posti di lavoro si concentrano soprattutto nelle province di Venezia (+18.700 posizioni lavorative, di cui 9.300 nel solo mese di aprile) e Verona (+15.400 posti nel 2023 e + 6.400 nell’ultimo mese). Saldi più contenuti nelle altre province: +4.800 a Padova, +3.000 a Treviso, +2.800 a Vicenza e +2.300 a Rovigo nel quadrimestre. L’unica eccezione è rappresentata da Belluno che presenta un saldo negativo per 3.000 posti di lavoro in meno nel quadrimestre e -2.100 nel mese di aprile. Come mai? Per spiegare il dato mostre bisogna ricorrere al contesto. Gran parte dei lavoratori del turismo sono stagionali. E tra marzo e aprile è finita praticamente ovunque la stagione dello sci. Significa che i lavoratori assunti a dicembre per gestire impianti di risalita, per fare servizio ai tavoli in bar e ristoranti, e gli addetti degli alberghi hanno visto cessare il loro contratto con l’arrivo della primavera. E questo incide molto sui dati complessivi. Poi, che Belluno abbia dinamiche meno frizzanti rispetto al resto del Veneto nel mercato del lavoro, non lo si scopre certo oggi.

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