Mappatura dei dissesti idrogeologici: Prefettura, vigili del fuoco e sindaci al lavoro

Mappatura dei dissesti idrogeologici: Prefettura, vigili del fuoco e sindaci al lavoro

Sono 130 i siti a rischio idrogeologico censiti in provincia di Belluno. Il nostro è un territorio che si dimostra ogni anno di più particolarmente fragile. Una fragilità che si è accentuata dopo la tempesta Vaia, come ha spiegato il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Antonio Del Gallo, ai sindaci bellunesi, convocati dal prefetto Mariano Savastano per accelerare sulla mappatura delle criticità idrogeologiche dei loro territori.

«Ogni anno facciamo oltre 300 interventi per veneti legati al dissesto – spiega Del Gallo – come frane, allagamenti e altre tipologie di problemi. E dal 2018 gli interventi sono aumentati esponenzialmente, segno che Vaia ha lasciato ferite profonde sul nostro territorio».

Dopo la tragedia di Casamicciola dello scorso 27 novembre, che è costata la vita a 16 persone, il governo ha chiesto ai prefetti di mappare le aree a rischio. Non fa eccezione il Bellunese. Tra mercoledì e ieri il prefetto Savastano ha incontrato, al comando provinciale dei vigili del fuoco, i sindaci bellunesi, per impostare il lavoro che dovrà portare alla realizzazione di un database aggiornato di tutte le criticità.

«A dicembre abbiamo chiesto ai sindaci di fornirci l’elenco dei siti a rischio nei loro territori – spiega il prefetto – ma hanno risposto solo 24 Comuni su 61. Così abbiamo deciso di convocarli, e con loro anche la Provincia e l’autorità di bacino, per concordare le linee da seguire per una mappatura precisa che ci consenta di conoscere nel dettaglio le vulnerabilità del territorio».

Che sono, come detto, moltissime. Si va, solo per citare le più note, dalla frana di Cancia alla chiesa di Valle di Cadore, dai distacchi dei pennacoli dolomitici alle continue interruzioni per smottamenti e caduta massi delle strade e della ferrovia, senza dimenticare le due frane “storiche”, quella del Tessina in Alpago e quella della “Busa del Cristo” a Perarolo.

«I sindaci hanno risposto positivamente all’appello – continua Savastano – e hanno esposto anche le loro difficoltà. Da parte nostra abbiamo chiesto loro che non si limitino ad un mero elenco di siti a rischio, ma ci segnalino anche una scala di priorità. Inoltre, bisogna definire quali interventi sono già progettati, quali finanziati, come e quale sia lo stato di attuazione». Entro una decina di giorni la mappatura sarà completata. Poi le schede saranno inviate al ministero. «Una volta completato il database – prosegue il prefetto – potremo lavorare assieme su progetti di messa in sicurezza, cercando di intercettare le risorse necessarie, come quelle, corpose, del Pnrr».

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