Lo spazio della solitudine a volte è libertà: “Finché ti va”

Lo spazio della solitudine a volte è libertà: “Finché ti va”

 

La playlist di “Musica in quota” abbraccia i Tiromancino. E la cantante Jessica Da Re ci fa scoprire un brano profondo e intenso: “Finché ti va”

 

Puoi rimanere qui finché ti va… 

Parole che spesso desideriamo sentirci dire. Quando ci sentiamo particolarmente soli, o semplicemente quando desideriamo un abbraccio, un gesto d’affetto o ancora quando abbiamo bisogno di avere un posto dove andare per ritrovarci e per capirci. 

Siamo spesso prigionieri del nostro vivere quotidiano, sia nella frenesia delle attività e dell’entusiasmo, sia nella frenesia dei pensieri che si accavallano dentro la nostra testa fino a farci perdere il senso del nostro esistere. 

Quando perdiamo di vista noi stessi è il momento di fermarsi, di trovare quell’angolo dove poter stare in silenzio. 

La presenza di qualcuno che ci ascolti, ci parli e ci conforti, non sempre è necessaria perché ciò che serve è lo spazio della solitudine, della libertà che diventa essa stessa rispetto e comprensione. 

Capita spesso di essere vicini a qualcuno e pretendere che questa persona si confidi, di pretendere un’apertura che invece, vìola l’intimità. Il gesto più bello dell’amore a volte è proprio il rispetto, il silenzio, l’attesa di una spontanea apertura. Attendere finché qualcosa accada con naturalezza. Quando siamo profondamente feriti, abbiamo bisogno di recuperare la nostra vera essenza, la nostra forza, le nostre radici e tutto quello che ci ha permesso di arrivare al presente. In quel momento accettiamo anche la presenza di qualcuno che condivida con noi le nostre paure, le nostre certezze, i nostri guai. 

Allora si riesce anche a ridere e a recuperare quel pizzico di  ironia che ci porta nella reciproca complicità. È il momento in cui ci si dà l’un l’altro e tutto il bene si amplifica, diventa eterno. 

Ci si guarda negli occhi e tutto appare chiaro, tutto è sorriso, amore, illuminazione nel silenzio. 

Ci si comprende e appartiene. 

La luce dissipa il disordine e fa emergere il desiderio di continuare a credere e a vivere scantonando paure e difficoltà per giocare al meglio la propria partita. In quel momento torniamo a essere i protagonisti della nostra esistenza, ci mettiamo di nuovo alla guida e scegliamo le strade da percorrere perché la meta ci è chiara.

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