Che Agrimont parli di montagna è chiaro fin dall’inizio: del resto la fiera nazionale del settore primario che Longarone Fiere Dolomiti porta avanti da 44 anni ha un legame particolare con il territorio. Che Agrimont parli per la montagna, a favore delle terre alte, è una novità assoluta. E sarà così all’apertura della fiera, sabato 15 marzo, visto che poche ore dopo il taglio del nastro è in programma uno degli appuntamenti più caratterizzanti dell’Agrimont 2025.
Alle 14.30 infatti verrà presentato il “Libro bianco sulla montagna”, uno studio che esplora le caratteristiche ambientali e territoriali, socioeconomiche e di governo dei territori montani italiani, analizzati regione per regione. Si tratta di un progetto promosso dal Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La realizzazione è stata curata da Unimont, polo dell’Università degli Studi di Milano situato a Edolo.
Il libro si compone di sei capitoli che partono dall’importanza delle montagne nello scenario globale ed europeo; analizzano ambiente, risorse, economie, impresa, legislazione e governance; e delineano le sfide e le proposte di intervento per il futuro. Un’indagine a 360 gradi delle diverse situazioni delle “terre alte”, con idee precise per interrompere una visione di periferia della montagna e aprire nuovi scenari, anche volti a contrastare lo spopolamento. In tutto questo, l’agricoltura ha un ruolo importante e importante diventa quindi l’inserimento nel programma di Agrimont.
La presentazione del “Libro bianco” sarà a cura della professoressa Anna Giorgi, la principale autrice dello studio. «L’analisi e la comparazione dei dati territoriali, demografici e socioeconomici effettuate su base regionale, oltre che nazionale, consentono di valutare la rilevanza e il ruolo delle montagne nelle singole regioni, oltre che nell’intero Paese, con l’obiettivo di facilitare l’individuazione di interventi e politiche efficaci ai vari livelli di governo del territorio» afferma la stessa Giorgi. «Un quadro che rapportato alle principali sfide globali e locali, dai cambiamenti climatici a quelli socioeconomici, mira a fornire una visione realistica dei principali rischi, nonché delle opportunità e delle prospettive, dei territori montani in un futuro prossimo, che sarà profondamente diverso dal passato e dal presente».