L’auto storica diventa medica: «La nostra Giardiniera trasporta vaccini e sorrisi»

L’auto storica diventa medica: «La nostra Giardiniera trasporta vaccini e sorrisi»

Un padre, una figlia. E una macchina d’epoca: la mitica Autobianchi 500 Giardiniera. 

Potrebbe essere l’incipit di un racconto di fantasia. Invece è l’inizio di una storia reale. E “straordinariamente normale”. Perché il padre si chiama Giulio Pirolo: un medico in pensione. La figlia è Lucia, dottoressa e medico di famiglia nel Bellunese. E poi c’è l’auto: storica, trasformata in medica. Da un designer d’eccezione: Giorgio, il fratello di Lucia. 

«Sono appassionato di 500 – racconta il dottor Pirolo – e mio figlio Giorgio, dopo averla disegnata, ha suggerito l’idea di adattarla all’ambito sanitario. Con la nuova vettura, ci siamo presentati a un raduno a Cortina. Ed è stato un successo: la “Giardiniera medica” è piaciuta a tutti e si è meritata il premio simpatia». 

Ma la famiglia Pirolo non si accontenta di una passerella. Va oltre. Molto oltre: «In autunno – riprende Lucia – abbiamo deciso di utilizzarla per fare i vaccini antinfluenzali a domicilio. I nostri anziani erano felicissimi». Poi l’inverno lascia spazio alla primavera. E l’antinfluenzale va in letargo. Solo che, nel frattempo, prende quota un’altra campagna vaccinale: quella per combattere il Covid. Così la Giardiniera torna in pista. O meglio, in strada. Sempre con loro, Giorgio e Lucia: «Due settimane fa, l’Ulss ci ha chiesto la disponibilità di vaccinare a domicilio con Moderna. E, a quel punto, ci siamo organizzati». Già, perché coprire un territorio di montagna, in tempi ragionevoli, non è esattamente una passeggiata: dal capoluogo al Nevegal, passando per Ponte nelle Alpi. Giornate piene, intense, con dieci vaccini da somministrare al mattino e altrettanti nel pomeriggio: «Dopo l’inoculazione – raccontano – il paziente deve fermarsi un quarto d’ora. Solo che in ambulatorio può accomodarsi in sala d’attesa: a domicilio siamo noi a dover aspettare. E quello è il momento più prezioso per gli anziani. Ma lo è pure per noi». 

I dottori Pirolo hanno da poco vaccinato due donne centenarie: «Venerdì scorso – racconta Lucia – siamo andati da un’anziana, a Pra de Lumi. E si è commossa: le sue erano lacrime di gioia, di sollievo. Era contentissima perché sapeva che, grazie a quel siero, avrebbe potuto rivedere e riabbracciare i suoi nipoti. Siamo medici, però è impossibile non farsi coinvolgere emotivamente. Certi incontri colpiscono nel profondo. Come colpisce, ma in senso opposto, entrare in alcune case vuote e silenziose, animate solo dai disegni dei bambini». 

La storia dei due professionisti in campo sanitario varca presto i confini della provincia. E della regione: la “vecchia” Giardiniera con padre, figlia e vaccini a bordo scatena l’interesse di tg nazionali (da Rai 1 a Rai 3, passando per Studio Aperto), agenzie di stampa (Ansa), quotidiani (Corriere della Sera), siti di informazione (Fanpage), social network: «Questa eco mediatica non ci ha solo stupito, ma stordito. Non ne siamo abituati. Ma, se serve a dare un segnale di speranza, a infondere positività e a regalare qualche sorriso, ben venga». Parola di Giulio e Lucia Pirolo: due medici “straordinariamente normali”. 

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