«La pista da bob? Come un congelatore con lo sportello sempre aperto»

«La pista da bob? Come un congelatore con lo sportello sempre aperto»

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Tomaso Pettazzi

Mi permetto di dissentire dal coro delle varie associazioni di categoria che auspicano una veloce realizzazione della pista da bob a Cortina. Loro la considerano indispensabile alla piena riuscita delle prossime Olimpiadi invernali. Che l’opera sia finanziata esclusivamente con fondi ad hoc non corrisponde al vero. La Regione Veneto pure vi partecipa. Ma non è questo il punto: la manutenzione ordinaria e straordinaria ricadrà, purtroppo, sulla collettività veneta. E i costi, preventivati in svariate centinaia di migliaia di euro all’anno, alla luce (è proprio il caso di dirlo!) degli ultimi rincari dell’energia, dovranno al minimo essere moltiplicati per due. La pista può essere paragonata ad un enorme congelatore il cui sportello resta perennemente aperto. Chiunque a casa sua non terrebbe un simile comportamento: sicuramente non i Presidenti delle sopraccitate Associazioni, avvezzi, ne sono certo, a maneggiare i numeri. Quanto alla sua sostenibilità, in campo ambientale ed economico, stendiamo un velo pietoso. La pista porterebbe “lustro” al territorio? Rimando alla analoga infrastruttura di Torino 2006, costata 110 milioni di euro, è ora abbandonata, inutilizzata, col rame degli impianti elettrici miseramente rubato dai soliti ignoti.

Le Olimpiadi non si svolgeranno solo a Cortina, ma pure a Milano, Bormio, Alto Adige, Trentino. Potevano divenire transnazionali, utilizzando l’impianto di Innsbruk, che è a due passi dai nostri campi.

Essi giustamente si augurano che anche le varie infrastrutture, in special modo di collegamento, trovino realizzazione nei tempi dovuti. E qui casca l’asino, perché, a quanto si vede percorrendo l’asse Ponte nelle Alpi – Cortina, a parte le rettifiche a Longarone centro e Castellavazzo, per il resto neppure una fioriera è stata posta in un incrocio che dia la parvenza di una misera rotonda. E se decine di milioni sono stati spesi, lo si può eventualmente vedere non qui, ma nelle realizzazioni viarie attorno a Verona. Dove (udite udite!) si terranno solo la cerimonia di chiusura e quella di apertura delle Paralimpiadi.

Per il Bellunese è già chiaro, perché apertamente dichiarato dagli addetti ai lavori, nessun lavoro verrà concluso in tempo (2026). 

Ora chiedo a chi di dovere: quanti sono i diretti interessati all’uso della pista da bob?  

E ancora: quanti sono gli interessati all’uso di infrastrutture viarie sull’asse dell’Alemagna?

Per i primi si parla di alcune persone; forse meno di 10.

Per i secondi azzardo alcune centinaia di migliaia all’anno. Tra questi sicuramente decine di migliaia di iscritti alle sopracitate Associazioni, che si dibattono da decenni nelle asfissianti code giornaliere.

Concludendo, non credono i Presidenti che le decine di milioni di euro previsti per la dubbia operazione “pista da bob” verrebbero più proficuamente investiti in altre strutture sportive, anche già esistenti, utilizzate da migliaia di praticanti, di ogni età, utili oltretutto al mantenimento di una buona forma fisica, che si tradurrebbe pure in un risparmio futuro nella sanità e nella assistenza?

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