La pala del Tiziano torna a splendere. E le analisi confermano: è opera del maestro

La pala del Tiziano torna a splendere. E le analisi confermano: è opera del maestro

I colori sono tornati brillanti come appena usciti dalla tavolozza del pittore. E c’è la certezza: il pittore era Tiziano Vecellio. C’è solo la sua mano nella “Madonna col Bambino tra i santi Tiziano e Andrea”. Senza nessun aiuto esterno. Lo confermano le analisi eseguite durante l’ultima operazione di restauro della pala della chiesa di Santa Maria Nascente, a Pieve di Cadore, unica opera tizianesca conservata nel suo paese natale.

L’opera è finita sotto i “ferri” di abili restauratori. Due mesi di lavoro conclusi pochi giorni fa, quando la tela è tornata a splendere. L’operazione ha permesso di riaccendere i colori dell’opera, riportandoli quasi come erano circa quattrocentocinquanta anni fa, quando il pittore la dipinse per la cappella di famiglia della chiesa arcidiaconale e testimonia il legame tra il pittore e la sua terra d’origine. Il luogo di destinazione spiega il carattere intimo e quasi “privato” dell’opera, nella quale il pittore si rappresenta mentre assiste alla scena sacra in uno straordinario autoritratto, simile a quello conservato al Prado, dipinto successivamente.

Nell’edizione del 1568 delle Vite Giorgio Vasari definiva il dipinto “bellissimo” e di mano di Tiziano. Lo stato conservativo non permetteva la lettura oggettiva della cromia perché occultata da vari strati di vernici ossidate e da campiture pittoriche dovute a interventi successivi, tanto che l’attribuzione condivisa era quella di “Tiziano e aiuti”. Le analisi fisiche e chimiche effettuate prima e durante il restauro, con la comparazione dei dati storici, lo studio del disegno preparatorio e della tecnica di esecuzione, portano a una conferma: nell’opera vi è l’impronta inconfondibile della sola mano di Tiziano, che vi ha lavorato senza aiuti. La pala di Pieve di Cadore entra così nel novero delle opere autografe del maestro. 

«È motivo di grande soddisfazione per la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore – dichiara la presidente Maria Giovanna Coletti – festeggiare la ricorrenza dei venti anni di attività con un intervento permanente di tutela e valorizzazione dell’unica opera di Tiziano presente in Cadore».

Il restauro è avvenuto in piena collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso, con l’Ufficio per i Beni Culturali della Conferenza Episcopale Triveneta, con la Diocesi Belluno–Feltre, e con l’Arcidiaconato del Cadore. La consulenza scientifica è stata prestata da Stefania Mason, Enrico Maria Dal Pozzolo e da Don Paolo Barbisan. Il restauro è stato condotto da Francesca Faleschini e da Anna Sparacino.

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