“La diga più alta del mondo”: Paola Zambelli rilegge la tragedia del 9 ottobre

“La diga più alta del mondo”: Paola Zambelli rilegge la tragedia del 9 ottobre

“La diga più alta del mondo – Vajont 1963” è il titolo che l’autrice bellunese Paola Zambelli ha dato al suo ultimo libro. 

La narrazione, nata in seguito alla raccolta di testimonianze dirette, si sofferma in particolare sul vissuto di chi si è salvato dal tragico evento, in chiave di romanzo, i cui protagonisti si raccontano tra presente e passato. 

Mary, una nonna misteriosa a volte strana, e Giovanna, una bambina curiosa, sono le voci narranti che conducono la trama attraverso la quotidianità, le amicizie e i batticuore all’ombra della diga del Vajont, promessa di lavoro e modernizzazione. Un salto indietro di sessant’anni trasporta il lettore a Longarone, la “piccola Milano”, quando la nonna era una ragazzina che trascorreva le giornate tra scuola e scorribande nei boschi e lungo il fiume. 

Siamo nel 1962 e Mariuccia, chiamata da tutti Mary, ha una caratteristica che a volte la espone alla derisione. Sarà una litigata con Marco, il ragazzo che la prende in giro, a mettere in moto una serie di eventi concatenati, come l’incontro con la giornalista Tina Merlin, la conoscenza di alcuni retroscena legati alla costruzione della diga, il legame con Tino, un gattino dal pelo fulvo, le lunghe e illuminanti chiacchierate con Chechi, ragazzo che oggi verrebbe definito nerd, capace di spiegare con semplicità le caratteristiche della diga più alta del mondo.

Su questi aspetti si intreccia e si snoda la trama fino al catastrofico evento della notte del 9 ottobre 1963. 

Il romanzo prosegue raccontando con tatto e delicatezza, senza però nascondere le verità, quanto accaduto appena dopo il passaggio dell’onda, soffermandosi sui soccorsi immediatamente successivi. Tra una serie di vecchie foto, la piccola Giovanna riconoscerà poi in una ragazzina rivestita di fango col volto rigato dalle lacrime e con in braccio un gattino, lo stesso sguardo che ancora caratterizza nonna Mary. Darà una collocazione e un senso a nomi sentiti come quello di Tina Merlin, Bepi Zanfron, ma anche Marco, Emma, Renato…

Soprattutto capirà finalmente che le stranezze della nonna non sono tali, ma hanno un senso rilette alla luce della tragedia che ha vissuto. 

Il finale, con la sua insperata svolta, sottolinea la capacità di bambini e ragazzi di essere resilienti oggi come sessant’anni fa!

In questo periodo, varie scuole si tanno organizzando per utilizzare “La diga più alta del mondo”. come testo per la “Maratona di Lettura – Il Veneto legge” e per trattare nelle classi il 60. anniversario della tragedia.

Il 29 settembre, proprio in occasione della “Maratona di Lettura”, il romanzo verrà presentato a Ponte nelle Alpi alla “Casa Rossa” alle 17.45 in un incontro dal titolo “Collaborazione e Solidarietà nella tragedia del Vajont”, in collaborazione con il Csv e vari enti.

Altro appuntamento, il 6 ottobre (ore 18) al Centro civico di Sospirolo. 

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto