Incubo finito: arriva l’idoneità agonistica, Toniolo può tornare a giocare

Incubo finito: arriva l’idoneità agonistica, Toniolo può tornare a giocare

Francesco Toniolo può tornare sul rettangolo verde: il terzino della Dolomiti Bellunesi ha ricevuto l’idoneità per la pratica agonistica e, di conseguenza, sarà nuovamente a disposizione del gruppo.

A fine gennaio, il ventenne laterale di sinistra era in procinto di accasarsi all’Albinoleffe, ma il passaggio al club di serie C è saltato dopo le visite mediche. Il nodo era legato a una piccola malformazione ossea dello sterno, che richiedeva degli approfondimenti: tuttavia, a poche ore dalla chiusura del mercato invernale, non c’erano i tempi tecnici per effettuarli.

Così, nelle ultime settimane, Francesco è stato sottoposto a una serie di esami. E, nelle ultime ore, è arrivato il via libera da parte del dottor Guido Ciccarone. Specializzato in Medicina dello Sport, ha un dottorato in Clinica e Patologia degli Organi di Movimento, ha al suo attivo esperienze professionali in Francia e Belgio e ha collaborato pure con società pallavolistiche di altissimo livello: «Ho visitato per la prima volta il ragazzo nel 2013, quando non aveva ancora compiuto 10 anni – commenta -. Quindi lo conosco bene, da tempo. E l’ho sempre seguito con assoluta attenzione. Dopo aver valutato tutti i documenti, già in passato ritenevo ci fossero le condizioni per l’idoneità. Ma, alla luce del parere negativo di altri colleghi, avevo la necessità di essere supportato dal punto di vista di illustri specialisti: nello specifico, ho coinvolto un professore nel campo della chirurgia toracica dell’Università di Udine e gli specialisti del Policlinico Gemelli. Ed è stato confermato il mio parere. Di conseguenza, una volta completata la rivalutazione del caso specifico, non ho avuto alcuna difficoltà a rilasciare l’idoneità agonistica, in quanto non sussistono contro-indicazioni alla pratica sportiva».

Il dottor Ciccarone ha già affrontato casi simili: «Questa situazione rientra nelle competenze da me sviluppate nel dottorato di ricerca, conseguito presso la Clinica ortopedica di Firenze. Ho realizzato anche uno studio, da cui è emerso che tutti gli atleti testati – parliamo di un centinaio – erano idonei. Tutti, tranne uno, che però conviveva con la sindrome di Marfan. Ognuno di loro è stato monitorato negli anni e non ha mai presentato problemi».

Fonte: comunicato stampa – Foto di Giuseppe De Zanet

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