Il “Museo Secco” cerca una nuova casa, appello a istituzioni e privati

Il “Museo Secco” cerca una nuova casa, appello a istituzioni e privati

Il Museo delle Maschere Dolomitiche di Gianluigi Secco cerca una nuova casa: le voci di una possibile, prossima vendita dello storico Palazzo Secco spingono Borgo Piave ETC aps, l’associazione che ha creato e gestisce il museo, a lanciare un appello a istituzioni e privati per cercare una nuova sede alla collezione che raccoglie maschere e costumi tradizionali delle mascherate dolomitiche.

A illustrare la questione è il presidente Antonio Gheno: «Il museo è oggi custodito in un palazzo unico che, però, è di proprietà privata: ringraziamo il titolare della società cui appartiene che – dopo averlo acquistato, restaurato e messo in vendita – nel 2023 si è reso disponibile a darlo alla nostra realtà in comodato d’uso al fine di poter dare una sede a questa preziosissima collezione. Trattandosi di una società, non è però venuta meno la possibilità che qualcuno possa fare un’offerta di acquisto, e non si tratta di una possibilità così lontana: anche grazie al lavoro della nostra associazione, infatti, il borgo è stato riscoperto ed è della scorsa settimana la voce che ci sarebbero degli investitori pronti a fare un’offerta per Palazzo Secco. Se così fosse, il polo museale sarebbe a rischio chiusura e senza un’altra sede disponibile dove essere ricollocato».

Gheno lancia quindi un appello a istituzioni, imprese e cittadini per trovare una nuova casa al museo: «Vogliamo quindi sensibilizzare la popolazione bellunese, il mondo imprenditoriale e le istituzioni comunali, provinciali e regionali sul fatto che tutto questo potrebbe succedere da un momento all’altro; il museo rischierebbe così di sparire e la collezione di andare perduta, come già rischiato dopo lo smontaggio a Villa Patt di Sedico nel 2019. Chiediamo quindi ai bellunesi di poterci aiutare nella ricerca di una soluzione, alle realtà imprenditoriali di capire se c’è un modo di salvaguardare questo enorme patrimonio culturale che è anche volano socio-economico per le nostre comunità dolomitiche e alle istituzioni di valutare la situazione di questo immobile o di altri spazi come piano B per un eventuale riposizionamento permanente della collezione, magari proprio qui a Borgo Piave dove tutto è rinato e dove qualcosa di compatibile potrebbe esserci».

Un patrimonio da salvare che sta riscuotendo successo dal punto di vista storico, turistico e sociale: è di pochi mesi fa l’annuncio dell’avvio del percorso verso la candidatura a patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO delle mascherate arcaiche dolomitiche, mentre pochi giorni fa il museo ha sfondato quota tremila visitatori in diciotto mesi dalla sua apertura, con turisti arrivati da tutta Italia e dall’estero (Europa, ma anche Stati Uniti, Australia, Sudafrica e Israele). A questi numeri si aggiungono le visite guidate alle scolaresche, che in questi mesi hanno portato più di 400 bambini ad ammirare la collezione.

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