Soccorso in valanga e in alta quota, stazioni bellunesi in addestramento

Soccorso in valanga e in alta quota, stazioni bellunesi in addestramento

Le particolari condizioni climatiche dell’inverno appena passato, malgrado le esigue precipitazioni e gli apporti limitati, hanno creato situazioni critiche diffuse e un elevato numero di eventi valanghivi. Durante la stagione le Stazioni hanno organizzato singole esercitazioni e partecipato per loro competenza agli interventi di ricerca, recupero delle persone coinvolte e successiva bonifica delle valanghe, nonché a impegnative operazioni di soccorso in ambiente di alta montagna. Proprio per condividere le esperienze e dar modo a tutti i soccorritori un ulteriore approfondimento, si sono svolti tre addestramenti interstazione, con il coinvolgimento delle scuole tecnica alpina, sanitaria e cinofila e la partecipazione del Soccorso alpino di Alpago, Agordo, Belluno, Livinallongo, Longarone, Prealpi Trevigiane, Val Pettorina. In Alpago la parte nivologica è stata esposta dal personale dell’Arpav. I trasferimenti in quota delle squadre, con l’approfondimento delle manovre in prossimità dell’elicottero, sbarco, imbarco e trasporto, sono avvenuti sull’elicottero dell’Air service center, convenzionato con la Delegazione Dolomiti Bellunesi.

In Alpago, le prime rotazioni del mattino hanno consentito il trasporto sotto Forcella Caulana del personale sanitario e dell’Arpav, dell’unità cinofila e dei soccorritori che hanno predisposto i tre campi: campo nivologia e stratigrafia, campo sanitario e disseppellimento, campo ricerca Artva, vista-udito e di precisione. L’unità cinofila ha poi effettuato l’individuazione di un figurante sepolto, con trasporto a valle sul toboga.

Ad Agordo le squadre sono state imbarcate nel tardo pomeriggio e sbarcate a 2.300 metri di quota sulla Pala del Belia ed è stato simulato il recupero di un alpinista bloccato sulla cima, da dove sono stati attrezzati gli ancoraggi su neve e roccia per le calate lungo il tradizionale rientro classico estivo, tra la Pala del Belia e la pala del Bo’. Con l’approssimarsi del buio, grazie a sistemi di paranchi e contrappeso, provando nuovi materiali in dotazione alla Stazione, si sono susseguite le manovre fino al Rifugio Carestiato e di seguito al Passo Duran.

A Livinallongo è stato simulato il travolgimento di sei persone, approfittando del manto della valanga che ogni anno si stacca nel canalone del Sass Ciapel, sopra Passo Pordoi. Le squadre sono state elitrasportate alle prime luci e hanno seguito le procedure di ricerca, ritrovando 4 Artva e due manichini sepolti e provvedendo al recupero di un figurante, che impersonava un superstite infortunato.

«La stagione delle uscite sulla neve proseguirà ancora per due mesi in alta montagna – ricorda il delegato Michele Titton – questi addestramenti, oltre a un ripasso delle manovre e al confronto sulle recenti esperienze, mirano alla formazione dei soccorritori appena entrati e sono un momento importante di verifica, necessaria all’indomani dei numerosi interventi in valanga. Rinnovo l’appello per i tanti giovani alpinisti, appassionati di montagna, presenti nel nostro territorio, che si avvicinino alla realtà del Soccorso alpino».

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