700 milioni di euro. Una cifra monstre, apparentemente. In realtà non è così. Il fondo messo a disposizione dal Decreto Sostegni per aiutare il turismo invernale rischia di fare figli e figliastri. Con alberghi e ristoranti costretti alle briciole.
A lanciare l’allarme è Dario Bond. «Bisogna studiare qualche sistema diverso per dare davvero una mano alla filiera del turismo invernale nella sua interezza. Altrimenti il settore della ricettività rischia il tracollo dopo una stagione come quella che abbiamo vissuto» dice il deputato di Forza Italia.
«Il fondo del Decreto Sostegni al 70% è destinato agli impianti di risalita, mentre per tutto il resto – dagli alberghi ai ristoranti, passando per i maestri di sci – c’è solamente il 30%. Significa che 490 milioni andranno ai gestori delle ski aree, e agli albergatori e alle altre attività resteranno solo 210 milioni, una cifra insufficiente, se facciamo due calcoli. Siamo di fronte alla crisi del turismo più grande mai vissuta; ci sono realtà che devono fare i conti con passività spaventose. Se vogliamo che il prossimo anno, passato il Covid, ci sia ancora una stagione invernale, bisogna fare qualcosa di più. Perché è vero che lo sci vive sugli impianti di risalita, ma è altrettanto vero che le ski aree hanno bisogno di un settore ricettivo attorno».
«Credo sia fondamentale agire subito, a sostegno di attività vitali per la montagna, dove lavorano migliaia di persone in Veneto e che danno reddito a moltissime famiglie – prosegue Dario Bond -. O si aumenta il fondo messo a disposizione, innalzandolo dagli attuali 700 milioni di euro. Oppure si aprano contributi a fondo perduto sugli investimenti futuri degli alberghi e del settore ricettività. Penso ad esempio a quote del 40% a fondo perduto su investimenti di riqualificazione, sforando il de minimis a livello europeo».