Un anno e mezzo in meno, di media. Il Covid rosicchia anche la speranza di vita. E lo fa in maniera rapidissima, concentrando in dodici mesi dinamiche demografiche che solitamente richiedono un decennio. A Belluno, ad esempio, un bambino nato nel 2019 aveva una aspettativa di vita di oltre 83 anni. Un suo “collega” nato nell’anno della pandemia deve accontentarsi di 81 anni abbondanti. Poca cosa, si dirà. Ma fa parte degli effetti lunghi del coronavirus, che tra economia e demografia resterà impresso per molto molto tempo.
Così dicono gli ultimi dati Istat, inseriti anche nel Bes, il bilancio del benessere equo e sostenibile 2020. A livello nazionale il Covid ha “mangiato” un anno abbondante di aspettativa di vita. Un po’ meno se ci si ferma ai dati del Veneto, un nonnulla di più a Belluno. Risulta che la speranza di vita alla nascita era di 83,823 anni nel 2019 a livello regionale, mentre è scesa a 82,756 nel 2020. In provincia di Belluno invece si è passati da 83,285 anni a 81,974.
Il dato non cambia se ci si sposta su un’altra fascia d’età. A livello provinciale la speranza di vita a 65 anni, infatti, era di 21,009 anni nel 2019, è scesa a 19,784 nel 2020. Come per i nuovi nati, si perde un anno e tre mesi. Il dato si appiattisce invece se si sale: a 80 anni, ad esempio, l’aspettativa di vita è stata ridotta di pochi mesi dal Covid. In ogni caso, si tratta di dati statistici. Superata la pandemia, non sarà difficile recuperare anni di speranza di vita. Certo, ci vorrà più di qualche mese…
E la mortalità? Negli annali si vede l’effetto della pandemia. I dati Istat sono grezzi: non dicono le cause di morte. Ma mostrano che le tombe sono aumentate. I morti totali del 2020 in provincia sono stati 2.947, mentre la media degli anni 2015-2019 si ferma a 2.627; significa un 12,2% in più. E nell’andamento dei mesi è possibile vedere anche quando c’è stato l’aumento, concentrato soprattutto nella seconda ondata: a novembre la variazione dice +48%, mentre a dicembre sfiora il +63%.