Spopolamento batte politica 1-0. Neanche l’intervento di Luca Zaia è servito a scongiurare la chiusura della filiale Unicredit di Tambre. E così, l’ennesimo servizio scivola a valle, lasciando le aree montane e periferiche un po’ più sguarnite. Non c’è da meravigliarsi poi se lo spopolamento dilaga.
È una questione di fallimento di mercato. Pochi abitanti, pochi affari. La banca in questo caso – ma in altri può essere il negozio di alimentari, il panificio, la farmacia… – ha deciso che non valeva la pena tenere lo sportello aperto. Quindi chiude. E la politica non può far altro che stare a guardare.
«L’amministrazione è stata informata della chiusura a cose fatte, quindi in modo tardivo e poco rispettoso dei rapporti che nel tempo sono stati intrattenuti dal Comune con tale istituto bancario» rimarca Oscar Facchin, sindaco di Tambre. «Tuttavia mi sono prontamente attivato con i vertici di Unicredit inviando una lettera per avere un incontro, svoltosi lo scorso 7 ottobre, con il quale tentare un cambio di direzione rispetto alla scelta di chiudere. Nell’incontro, e nella lettera di risposta pervenuta, i rappresentanti di Unicredit non hanno dimostrato un’apertura verso le preoccupazioni espresse per i disagi collegati alla cessazione delle attività dello sportello bancario che in nessun modo può essere sostituito da un semplice punto Bancomat. A nulla sembra essere servito anche l’intervento diretto del presidente Zaia che con propria lettera ha chiesto a Unicredit una rivalutazione delle decisione, nella consapevolezza che la perdita di ulteriori servizi non fa che aggravare la situazione delle terre alte e della popolazione che le presidia«.
Nell’incontro con Unicredit il sindaco ha chiaramente esposto la possibilità di ricercare altri istituti disponibili ad aprire una propria filiale a Tambre. La realtà però è che le terre alte non sono appetibili. Almeno finché non cambierà qualcosa nella visione del mercato.