Galleria Comelico, Scopel chiede unità: «Dalla politica arrivi subito una soluzione»

Galleria Comelico, Scopel chiede unità: «Dalla politica arrivi subito una soluzione»

«Il tempo degli indugi, delle mezze soluzioni, del “tirare a campare” è finito. Chi non lo ha ancora capito vive evidentemente in un’altra dimensione e non ha nessuna percezione del polso dei nostri territori, un polso che – in alcuni casi come quello del Comelico – mostra battiti sempre più lenti e faticosi». 

Va dritto al punto, Dario Scopel. In merito al dibattito sull’avvio dei lavori alla galleria Comelico, annunciati da Anas a partire dal prossimo mese di aprile, il coordinatore provinciale di Forza Italia richiama la politica al suo ruolo. E dà una tiratina d’orecchi ad Anas: «È possibile annunciare un intervento così importante per un territorio tanto vasto a pochissimi mesi dall’avvio? Non si poteva, quanto meno, programmare il cantiere con i tempi necessari a istituzioni locali, imprese e famiglie per poter studiare soluzioni alternative e programmare in maniera adeguata quello che si annuncia come un vero e proprio stravolgimento di tragitti, orari e tempi di vita? Dobbiamo davvero immaginare serpentine di migliaia di automobilisti che, anche d’inverno, per rientrare alla propria abitazione dovranno avventurarsi sui passi dolomitici, con chissà quali rischi?».

Il piano di chiusure notturne e aperture a senso unico di giorno che dovrebbe protrarsi per almeno due anni non regge assolutamente, secondo Scopel. «Qui il rischio concreto è di assistere a una lenta e inesorabile agonia della comunità comeliana. Occorre quindi valutare e trovare in tempi rapidissimi delle soluzioni alternative. La realizzazione della seconda canna pare la più “indolore” per le conseguenze sulla comunità bellunese, poiché l’unica in grado di scongiurare la sostanziale “chiusura” del Comelico, ma anche la più lungimirante per le soluzioni che potrebbe garantire al traffico in prospettiva futura. Inoltre, anche sul piano economico il progetto è tutt’altro che azzardato; come confermato dalla simulazione di alcuni imprenditori della zona, il costo preventivabile di circa 200 milioni di euro sarebbe “coperto” già soltanto dai danni che si riuscirebbero così a evitare all’economia locale nei due anni di lavori annunciati da Anas». 

Per Scopel però non è più tempo di discutere. «Ora servono decisioni rapide e anche coraggiose. Se necessario, si inchiodi senza sconti Anas dinanzi alle proprie responsabilità, si attui un pressing asfissiante nei confronti del Ministero. Lo si faccia subito, con il supporto della Regione, che con la vicepresidente De Berti ha ora preso di petto la situazione. Bene infine che si stia strutturando un movimento civico, c’è bisogno di tutti in questa fase».

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