Fondo Letta: arrivano 36 milioni per la ripresa

Fondo Letta: arrivano 36 milioni per la ripresa

Trentasei milioni di euro. Dei quali una buona parte per 12 Comuni bellunesi. Arriva un gradito regalo di Natale per le aree svantaggiate della montagna italiana. E’ stato firmato ieri mattina (10 dicembre) dal Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie il bando per le aree svantaggiate relativo alle annualità 2018, 2019 e 2020. Si tratta del meccanismo noto come “Fondo Letta”, al quale possono attingere i 20 comuni piemontesi che confinano con la Regione Valle d’Aosta e i 27 Comuni veneti confinanti con il Friuli Venezia Giulia.

«Sono risorse importanti per gli enti locali, gran parte dei quali nel 2020 ha subito un drastico calo di entrate a causa del Covid-19», afferma il deputato veneto Roger De Menech. «Ora i Comuni hanno la possibilità di programmare progetti di sviluppo innovativi in campo economico e sociale, come pure sulle infrastrutture (strade, reti energetiche, ecc.), e relativi a edifici pubblici quali scuole, edifici, impianti sportivi». Unica condizione: tutti gli interventi devono destinare almeno il 50% del finanziamento alla realizzazione di infrastrutture.

I 12 Comuni bellunesi che possono accedere al bando (le domande vanno trasmesse entro 90 giorni dalla pubblicazione) sono Alpago, Chies, Domegge, Longarone, Lorenzago, Ospitale, Perarolo, Pieve di Cadore, Santo Stefano, Soverzene, Tambre e Vigo di Cadore. Nulla vieta però di realizzare progetti di area vasta che comprendano più territori, sulla falsariga di quanto si sta facendo con i Fondi per i Comuni confinanti.

L’importante, spiega De Menech, è coordinarsi : «Rinnovo l’invito a tutti i sindaci e amministratori a creare una cabina di regia provinciale in cui far confluire tutte le decisioni delle attività e dei progetti di dimensione sovracomunale. Le linee di finanziamento disponibili sono diverse, ‘Fondo comuni confinanti, Fondo aree svantaggiate, Fondo aree interne a cui si aggiungono le risorse del Bim e quelle dell’Unione europea. Non possiamo permetterci di creare doppioni o produrre asimmetrie tra i progetti. Dato che i problemi da affrontare sono noti e simili in tutto il territorio, impiegare un po’ di tempo per una programmazione a monte ci aiuterà a individuare obiettivi e vantaggi per tutta la provincia».

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