De Rigo e Biovitae: banchi frigo a prova di virus

De Rigo e Biovitae: banchi frigo a prova di virus

Passa anche dal Bellunese la lotta globale contro il coronavirus. E fa una tappa importante a Sedico, nella sede di De Rigo Refrigeration, una realtà da 18mila banchi frigo venduti all’anno, in tutto il mondo.

Lì nascono i banchi frigo sanificati a ciclo continuo. Il merito è della tecnologia Biovitae, brevetto tutto italiano a firma Nextsense. Di cosa si tratta? Di una lampada a led, che grazie ad una particolare combinazione di frequenze luminose è capace di ridurre del 99,8% il rischio di infezioni microbiologiche. E di penetrare all’interno del biofilm batterico, la sostanza più impermeabile in assoluto: una massa gelatinosa (invisibile ad occhio nudo) che si forma sulle superfici ed è il terreno di coltura ideale di virus e batteri.

Creata dal genio di Rosario Valles, medico e Carmelo Cantiere, ingegnere quantistico laureato ad Oxford, Biovitae è nata allo scopo di ovviare agli antibiotici. Ma gli studi effettuati nei laboratori dell’ospedale militare Celio di Roma hanno dimostrato l’efficacia della lampada a led anche sui virus, Sars – Cov 2 compreso. Tanto da convincere a luglio l’Onu a selezionarla tra le migliori trenta innovazioni mondiali in campo sanitario nella lotta contro covid – 19.

Già utilizzata all’aeroporto di Fiumicino, Biovitae ora sarà installata in tutte le navi costruite da Fincantieri, mentre si sta testando la sua efficacia anche per la sanificazione degli schermi tattili degli smartphone. Grazie all’intuizione di De Rigo Refrigeration e del suo partner Desmoled, invece, è già realtà il suo utilizzo sui banchi frigo che troveremo nei supermercati. Il primo in assoluto è stato installato a Cortina, lo scorso 1 dicembre, all’interno dello store della Cooperativa.

«Ma abbiamo già ricevuto l’interesse di moltissimi nostri clienti, a cominciare da Esselunga – spiega con la giusta punta di orgoglio Paolo Zenatto, managing director di De Rigo refrigeration – «d’altra parte questa tecnologia, di cui noi abbiamo l’esclusiva mondiale per la refrigerazione commerciale, apre le porte ad un futuro con enormi possibilità. Finora la sanificazione si poteva fare solo con agenti chimici, oppure con le lampade Uv, come quelle delle sale operatorie. Ma quello spettro luminoso è dannoso anche per la pelle. Biovitae invece no».

La questione della sanificazione e dell’igiene nel settore della conservazione alimentare, d’altro canto, non è nuova e non si esaurirà con il coronavirus. «Noi studiavamo da tempo come poter rendere più sicuri dal punto di vista batteriologico i nostri banchi frigo, senza renderli sterili – continua Zenatto – perché il tema è uno dei più discussi a livello mondiale. La pandemia ha solo accelerato il processo e ci ha fatto cogliere l’occasione giusta».

Cioè? «A marzo siamo stati contattati dal nostro fornitore di luci per l’illuminazione dei frigoriferi, la milanese Desmoled. Stava stringendo un accordo con Nextsense per lo sviluppo di Biovitae. Ci ha chiesto se fossimo interessati al progetto. Non potevamo dire di no».

Così è cominciata la fase di ricerca, per adattare Biovitae alle esigenze della refrigerazione commerciale. «Non potevamo prendere e installare i led Biovitae direttamente nei nostri banchi frigo. La lampada funziona egregiamente dal punto di vista sanitario, tanto che Biovitae è classificato come dispositivo medico di classe 1, ma lo spettro cromatico che utilizza (la cosiddetta “Banda di Soret, attorno ai 38 nanometri di lunghezza d’onda, ndr) corrisponde al blu – violetto. Impossibile da usare nella refrigerazione commerciale, dove serve una luce il più naturale possibile. Così abbiamo cominciato una serie di test, proseguiti per alcuni mesi, fino a quando abbiamo trovato la soluzione giusta, assieme ai tecnici di Desmoled».

Ovvero, una sapiente alternanza di led bianchi e blu. «Così le lampade montate nei banchi frigo non alterano la percezione visiva del cliente, mentre la merce viene sanificata di continuo».

A settembre i primi prototipi, ad ottobre la prima serie di lampade pronte alla commercializzazione. «In tutto ci sono voluti circa sei mesi di lavoro per arrivare alla produzione. Abbiamo iniziato con le lampade per i frigoriferi cosiddetti “murali”, ed entro marzo contiamo di avere a disposizione la gamma completa. Nel frattempo siamo alla ricerca di laboratori indipendenti dove poter testare le nostre lampade in tutte la varie situazioni, in modo da accelerare la fase di certificazione».

Qual è la risposta del mercato? «Le premesse sono ottime. Abbiamo l’esclusiva mondiale e stiamo proponendo le nuove lampade a tutti i nostri clienti. L’interesse è reale. Anche perché, oltre che installare Biovitae sui nuovi banchi frigo, possiamo sostituire anche le lampade dei banchi frigo già esistenti. Anche quelli della concorrenza».

Uno sforzo simile, va da sé, non potrà esaurirsi con la pandemia. «No di certo. Come detto, il tema della sanificazione dei prodotti nella conservazione alimentare esiste da prima e proseguirà dopo. La pandemia ci ha insegnato che le esigenze ora sono diverse. Non conta più solo, o in gran parte, il prezzo: ora e in futuro l’attenzione alla sicurezza e all’igiene sarà un fattore decisivo».

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