I raggi del sole iniziavano ad essere tiepidi e la foresta cominciava a svegliarsi.

Il letargo era finito e lei, la fata Primavera, era piena di vigore in quel momento.

Tutti si avvicinarono al centro della foresta: un dolce profumo proveniva da fiori appena sbocciati.

Fata Primavera era bellissima: un vestito azzurro fino ai piedi, capelli lunghi con una corona fatta di fiori, le orecchie a punta incorniciati da due occhi verdi. Intorno le volavano una miriade di farfalle, graziosissime api e coccinelle. Era uscita anche lei dalla caverna buia dopo un lungo inverno e danzava felice.

Rabbrividì leggermente al contatto dei suoi piedi con la terra umida.

Gli animali erano felici perché sapevano che con lei tutto sarebbe stato più colorato. E anche il suo cuore di fata riprendeva a battere ridonando vita alla natura. 

Poco dopo, Primavera sentì arrivare un suono di galoppo: era un unicorno dagli occhi blu.

La fanciulla si avvicinò piano piano a quella creatura così fragile, aprì la mano e le poggiò sopra un seme d’argento.

La fata Primavera si inchinò davanti con eleganza e l’unicorno mangiò così il seme d’argento.

Lei con dolcezza le baciò il muso, alzandosi poi in volo leggiadra e si sedette come un’amazzone sulla groppa di quel cavallo. I due partirono al galoppo: c’era un mondo da risvegliare.

La fata Primavera risvegliò così la natura con il dolce profumo della vita.

Dicono che fata Primavera si nasconda tra gli anfratti delle nostre Dolomiti, ma non ve ne è certezza.

Alla prossima!