La barca di San Pietro e una tradizione che si rinnova

La barca di San Pietro e una tradizione che si rinnova

Il 29 giugno è la festa dedicata ai Santi Pietro e Paolo.

Ad Agordo ne sono i patroni e la chiesa era dedicata proprio a San Pietro.

Venne costruita intorno all’anno 1000 e sorgeva a lato della Loggia o sala del consiglio, dove oggi c’è una farmacia. Poi fu distrutta nel 1916 per ampliare la strada, che serviva al passaggio delle truppe nella Prima guerra mondiale.

Anche a Sedico c’è una piccola chiesetta dedicata a San Pietro e, con la sua lunga scalinata, domina dall’alto l’intero paese. Altri edifici votati a questo Santo sono sparsi nella Valbelluna e c’è una tradizione che non si è persa con lo scorrere del tempo.

E proprio la tradizione del veliero, o la barca di San Pietro, si celebra la notte tra il 28 e il 29 giugno. È una tradizione che trae l’origine dalla vita contadina delle nostre vallate: il rituale serviva per prevedere le future condizioni meteorologhe, utili per il raccolto. 

Ma come si fa il veliero di San Pietro?

È semplice e magico da realizzare con i bambini, ma interessante anche per gli adulti: tanto per cominciare, non dimenticate di riempire una caraffa di vetro oppure un vaso trasparente di acqua fredda.

Poi versate delicatamente, al suo interno, un albume d’uovo. La caraffa va lasciata sul davanzale della finestra o comunque all’aperto, sotto un albero, in modo che entri in contatto con l’aria e la rugiada del mattino.

E la mattina del 29 giugno si scoprirà cos’è successo durante la notte magica: se l’albume, a contatto con l’acqua, si sarà cristallizzato e avrà assunto una forma filamentosa, di colore bianco simile a una vela, vuol dire che l’esperimento magico sarà riuscito. Così il sole e un buon raccolto per i contadini sarà assicurato.

Un tempo i contadini sapevano leggere anche le vele: se aperte, indicavano giornate di sole, se chiuse e sottili, pioggia e maltempo. L’effetto del veliero svanirà piano, piano nell’arco della giornata, fino a sparire a mezzogiorno. 

Provare per credere!

Secondo la credenza, le vele sarebbero opera proprio di San Pietro, che di mestiere faceva il pescatore. Perché, soffiando nel recipiente, trasforma l’albume in una vela. In realtà il fenomeno è dovuto all’escursione termica tra notte e giorno, tipica dei giorni d’estate. 

Alla prossima!

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