Assistenza anziani, i pensionati di Confartigianato chiedono concretezza nella nuova riforma

Assistenza anziani, i pensionati di Confartigianato chiedono concretezza nella nuova riforma

Entro l’estate, per rispettare i cronoprogrammi del Pnrr, il Governo dovrà presentare il disegno di legge delega per la riforma per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. Motivo per cui le organizzazioni del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” – di cui fa parte anche Anap – si rivolgono nuovamente al Governo, con una lettera al presidente Draghi e ai ministri Speranza e Orlando.

«Vogliamo una riforma all’altezza delle esigenze di anziani e familiari. La delega metterà le basi di una riforma attesa da 30 anni: le debolezze del welfare attuale e l’invecchiamento della popolazione dicono che è un passaggio decisivo, che non si può sbagliare. Chiediamo, dunque, che si introduca il “Sistema Nazionale Assistenza Anziani” previsto nelle proposte presentate dal Patto».

«Ci associamo all’appello lanciato da Anap nazionale: questo è il momento di agire per costruire un migliore welfare per la tutela della non autosufficienza che ha numeri importanti in Veneto e in particolare a Belluno» afferma Antinesca De Pol, presidente di Anap Belluno, l’associazione dei pensionati di Confartigianato. «In provincia, l’età media è sempre più elevata e il numero di anziani che vivono soli aumenta di anno in anno. La non autosufficienza diventa un problema ancora più grande se vista alla luce delle difficoltà logistiche e morfologiche del nostro territorio, dove la montagna costituisce un ostacolo in più per raggiungere le strutture sanitarie, specialmente per chi vive nelle zone più lontane dai servizi».

Anche Anap Belluno quindi chiede – insieme al Patto – l’introduzione del Sistema Nazionale Assistenza Anziani (Sna), che comprende tutte le misure pubbliche – di carattere sociale e sanitario – per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. «In questo modo si supererebbe l’attuale frammentazione degli interventi per costruire un unico sistema integrato della non autosufficienza» spiega De Pol. «Inoltre, si arriverebbe a una semplificazione perché l’accesso allo Sna è determinato da una sola valutazione nazionale, che assorbe tutte quelle oggi esistenti. Nondimeno, significherebbe attribuire a questo settore, finora trascurato, la necessaria legittimazione istituzionale e politica. Nello Sna il sostegno ai familiari che si prendono cura degli anziani non resta una questione settoriale ma rappresenta un obiettivo che ne attraversa l’intera architettura. Da una parte con misure quali il supporto psicologico, le forme di conciliazione tra impegni di cura e di lavoro, le tutele previdenziali; dall’altra con un’attenzione particolare ai familiari nel disegno di tutti gli interventi».

Lo Sna introduce anche un nuovo concetto di domiciliarità con un mix di prestazioni mediche, infermieristiche e riabilitative, di aiuto agli anziani nelle attività quotidiane, ma anche di affiancamento ai caregiver.

«Chiediamo concretezza al Governo» conclude De Pol. «L’Esecutivo che ha licenziato il Ddl Montagna deve tener conto delle esigenze degli anziani, a maggior ragione di coloro che vivono in zone di montagna».

Antinesca De Pol

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