Fabio “Rufus” Bristot «Massaro e il Nevegal, 8 anni di prese in giro»

Fabio “Rufus” Bristot «Massaro e il Nevegal, 8 anni di prese in giro»

 

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Fabio “Rufus” Bristot, consigliere di Belluno 

 

Lette le dichiarazioni di Massaro, tra le quali spiccano per poca onestà intellettuale quelle secondo le quali non sarebbe “competenza del Comune di Belluno occuparsi di turismo e impianti a fune in quanto competenze regionali”, trovo a dir poco scandalosa questa posizione che ancora una volta non riesce a dire “abbiamo sbagliato e abbiamo sbagliato molto. Anzi ho sbagliato tutto da solo incapace di ascoltare”.

Rimango, quindi, senza parole rispetto alla dimostrata incapacità di governare processi complessi, ma strategici per l’intera città rispetto ai quali non si possono accampare scuse di sorta. Ci sono stati 8 anni di tempo per disegnare il Nevegal, 8 anni di tempo per progettare il nuovo Nevegal, 8 anni per trovare partnership pubbliche e private come ovunque viene fatto, 8 anni per finalizzare l’idea politico e programmatica per la quale Massaro ha governato questa nostra città di Belluno.

Invece, disimpegno e superficialità grossolane, ma anche – mi sia permesso – ignoranza profonda delle criticità esistenti e mancanza di qualsiasi umiltà nell’ascolto, hanno determinato nel tempo una serie di annunci sconfessati poi dai fatti inesistenti seguiti.

È opportuno allora ricordare che dopo il periodo del fallimento della Sis, che connotò il periodo più buio del Nevegal, con le Giunte Bressa prima con la seggiovia, Fistarol e De Col poi e, infine, Prade, ci sono state con opere comunque importanti che hanno dimostrato una qualche concretezza e certa fattività. C’è stato un esborso di risorse assolutamente significativo, anche se va riconosciuto non sempre corrispondente ad un piano organico di medio e lungo periodo di investimenti e, soprattutto, senza aver avuto un interlocutore privato in grado di offrire una continuità reale e strutturata. 

Piace allora ricordare e posso permettermi di dirlo che, da Assessore, si completava l’intervento dell’illuminazione della Coca Bassa (progetto seguito inizialmente dall’assessore Ingrosso) e realizzato con la Nis, grazie anche alla solerzia di Gianpaolo Bortot, allora vice presidente della società, l’obiettivo programmatico per addurre l’acqua in Nevegal attraverso un investimento di tipo strutturale (quello che oggi il Comune non è in grado né di pensare né di fare) e cioè un’opera che attraverso delle stazioni di pompaggio realizzate all’Anta, San Mamante e Col de Gou sollevavano e sollevano tutt’ora l’acqua dalle falde della Piave alla vasca di Col dei Pez. Con quell’intervento si risolveva, da una parte l’annosa questione dell’approvvigionamento idrico di tipo civile (nda: spesso nel periodo estivo c’era il problema dei rubinetti secchi), dall’altra si garantiva con un buon numero di litri al secondo la possibilità di avere un bacino dove stoccare l’acqua con quantità di rilievo e sufficiente a garantire l’innevamento programmato dei primi giorni. Quando si parla di opere strutturali a questo ci cui riferisce non alle piastre per i picnic di Giannone in piazzale. Sono però passati 20 anni senza che altro sia stato aggiunto.

Senza scuse o, nella peggiore delle ipotesi, anche qualche frase che suona quanto meno non vera pronunciata da Massaro, senza le alchimie societarie che vengono solo dopo le scelte politiche, serve avere dunque un piano industriale modulare, che consideri cioè le priorità inderogabili degli interventi a cui, in un momento successivo, si aggiungono azioni coordinate di sviluppo in una cornice rigorosa di sostenibilità economico-finanziaria. 

Tra questi interventi, prioritaria diventa allora la realizzazione di un bacino o di un invaso che, attraverso l’intervento di sollevamento prima richiamato, garantisca l’innevamento programmato da farsi in pochissimi giorni in quella parte di demanio scibile che garantisce il pareggio o ricavi immediati. Innevamento che deve esser fatto con solerzia quando le condizioni climatiche lo permettono, senza aspettare decine di giorni per avere mezza pista forse innevata. Senza questa opera, è dimostrato ormai da anni, non si va da nessuna parte e ci si limita solo danzare perché nevichi. Ma questo intervento poteva essere predisposto in 8 anni senza aspettare, bastava credere nel Nevegal e non bofonchiare frasi stentoree sempre al futuro: qua servo verbi coniugati al presente.

Ciò detto, per sgombrare il campo ad equivoci, dico anche non credo affatto al Comune imprenditore in quanto altri lo sanno e lo devono sapere fare meglio. Credo però ad un Ente locale intelligente che sa creare condizioni di sviluppo reale e determinare investimenti strutturali (nda: non il pagamento corrente di ski pass che non produce nessuna virtuosità ma solo dipendenza). Questo mi aspettavo. Ora, certamente sempre troppo tardi visti gli 8 anni persi sino ad ora. 

 

Concludo, ricordando che di questa situazione non gioisco affatto, ma ne sono profondamente amareggiato al pari di quanti ancora credono nel Nevegàl come risorsa e non come un peso. Io ci credo ancora, ma ora servono persone competenti non improvvisazione dell’ultima ora… anzi degli ultimi 8 anni. 

 

Chiedo, infine, che il Sindaco riferisca al Consiglio Comunale con una relazione dettagliata lo stato del cose e… non con un pizzino come accadde quando venne annunciata l’imminente apertura della seggiovia…

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto