Riapre domenica 19 marzo per “Borgo Piave sotterranea” il rifugio antiaereo di Via Alzaia, costruito nel 1944: l’occasione per conoscere un angolo di città sconosciuto ai più e sentire, a distanza di quasi 80 anni, la storia di questo posto.
La storia e le storie, come quella di Giuseppe Marchetti, che nel marzo 1945 – a soli sei anni – si rifugiò qui con la madre durante il bombardamento che colpì la Caserma Salsa; dopo decine di anni, e in un viaggio illuminato solo dalle luci dei telefoni e da una pila frontale, i ricordi sono ancora chiari: «Questo posto poteva contenere 2000 persone, quel giorno eravamo quasi 600», spiega.
La riapertura del rifugio antiaereo per la giornata di domenica è organizzata dall’associazione Borgo Piave ETC, da tempo impegnata nella valorizzazione e nella promozione della storia, delle tradizioni e delle peculiarità del borgo che si affaccia sul “fiume sacro alla Patria”.
Aperte le iscrizioni, in nemmeno due giorni i 160 posti messi a disposizione per la visita sono andati esauriti: ecco quindi l’idea di Antonio Gheno, quella di mantenere la possibilità di iscriversi, andando a costruire così una sorta di “lista d’attesa” da poter utilizzare già nella giornata di domenica o in una delle – dall’associazione si spera ravvicinata – prossime aperture.
L’iniziativa ha ricevuto anche il patrocinio del Comune di Belluno, che tramite l’assessore alla cultura Raffaele Addamiano ha voluto sottolineare così l’importanza storica e culturale di una realtà ancora poco conosciuta come quella dei rifugi antiaereo nella città capoluogo.