Telegrafista durante la Seconda guerra mondiale. Internato in un campo di concentramento dopo l’8 settembre 1943. Si è spento nella serata di giovedì (16 marzo) Angelo Maroldo, l’ultimo reduce auronzano della prigionia nazista. Aveva 102 anni, ne avrebbe compiuti 103 il 12 aprile.
Maroldo ha sempre raccontato la sua storia con grande lucidità e con dolore indelebile. Da quel giorno in cui durante la guerra in Jugoslavia venne folgorato mentre faceva il suo lavoro di telefonista (i partigiani slavi avevano collegato la linea telefonica all’alta tensione) e si risvegliò in infermeria. Fino ai giorni duri della prigionia in Polonia, in un campo di lavoro in cui ogni giorno la sopravvivenza era vissuta come un autentico miracolo. Anche di recente, Maroldo aveva raccontato le sue vicende, con in mano la gamella che aveva ricevuto entrando nell’esercito nel 1941.
Nel 2011 aveva ricevuto la medaglia d’onore al valore militare e quasi centenario ha affrontato e superato il Covid.
La notizia della sua scomparsa è circolata subito in tutto il Cadore, dove Angelo era molto conosciuto, anche per l’attività del figlio Giacomo, operativo sia nella Protezione Civile sia in molteplici iniziative di solidarietà.