Dopo l’epidemia, la crisi economica: «Massaro si attivi per evitare il disastro»

Dopo l’epidemia, la crisi economica: «Massaro si attivi per evitare il disastro»

«Dobbiamo avere il motore acceso per ripartire non appena sarà chiusa l’emergenza sanitaria. Solo che al momento non vedo niente di acceso». Paolo Gamba è preoccupato. Da cittadino, ma anche da consigliere comunale. Perché a quanto pare non vengono avanti azioni concrete per limitare i danni dello shock economico provocato dal coronavirus. Soprattutto da parte di Palazzo Rosso.

«In questo momento tutti pensano alle mascherine – dice Gamba -. Il sindaco Massaro è impegnatissimo a farci vedere che sta consegnando i dispositivi di protezione che sono arrivati da donazioni e dalla Regione Veneto. Ma nessuno sta pensando a come agire non appena avremo superato questo momento. Stiamo passando dalla paura alla rassegnazione. E questo non va per niente bene. Perché è vero che servono le risorse per ripartire. Ma servono anche le idee. E anche sforzandomi non vedo idee da parte dell’amministrazione Massaro, se non quella di chiedere ai cittadini di versare qualcosa nel conto corrente che il Comune ha aperto per l’emergenza coronavirus».

Il consigliere di minoranza spende anche una parola di comprensione per chi in questo momento deve fare i conti con la situazione contingente. «Posso capire che i sindaci, compreso quello di Belluno, siano preoccupati e quindi non abbiano una visione complessiva. Ma qualcuno deve pensarci. Chi ha chiuso la propria attività deve essere messo nelle condizioni di riaprire senza intoppi dopo la pandemia. Ci sono affitti, dipendenti da pagare… le spese sono tante, e senza lavoro si può resistere uno o due mesi, forse; ma poi? Ecco, dobbiamo avere la macchina già accesa appena si uscirà da questo momento di disagio. Se invece aspettiamo di accendere la macchina e scaldare il motore, rischiamo di ripartire solo fra un anno. E nel frattempo le aziende muoiono».

Da qui la richiesta, forte, al sindaco: «Cerchi di intervenire con le associazioni di categoria. Chiami a raccolta le idee, perché in questo momento ce n’è un grande bisogno. Non possiamo correre il rischio di vedere il deserto dopo la pandemia. Penso soprattutto ai negozi, ai bar e ai locali del nostro territorio».

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