Impatto tragico sul turismo: il settore vacanze rischia la paralisi

Impatto tragico sul turismo: il settore vacanze rischia la paralisi

Comunque vada sarà un dramma. Per il turismo dolomitico il coronavirus rischia di essere una catastrofe. Con “morti” che resteranno sul campo e necessaria evoluzione della specie: della serie, sopravvive solo chi sa adattarsi agli scenari. Quali? Oggi come oggi è difficile prevederli. Al limite dell’impossibile. Perché non si sa quando finirà l’emergenza sanitaria e di conseguenza non si sa neanche quando potrà ripartire la macchina delle vacanze. 

IPOTESI

Il problema è globale. Secondo le prime stime del World Travel and Tourism Council, ballano circa 50 milioni di posti di lavoro nel comparto turistico. Il calcolo dice che l’industria dei viaggi perderà nel 2020 un quarto del fatturato. Numeri mostruosi, ma realistici. Perché la pandemia sta colpendo un po’ ovunque e ovviamente la prima cosa che salta quando si bloccano i paesi sono proprio viaggi e vacanze.

I DANNI

A risentire maggiormente dello shock da coronavirus sarà il settore alberghiero. A Belluno in realtà ne sta già risentendo. La cancellazione delle finali di Coppa del Mondo di Cortina costa diversi milioni di euro. E la chiusura anticipata della stagione invernale significa meno incassi e spese (personale, fornitori) comunque da pagare. In più, ci sono già le prime disdette per la prossima estate. Normale: ancora non si sa quando si potrà tornare alla vita com’era prima della pandemia. E poi ci sarà da considerare la situazione negli altri Paesi, entrati nel tunnel del coronavirus dopo l’Italia e quindi in via di guarigione sicuramente dopo il Bel Paese. Nel conto ci sono anche nazioni che costituiscono una buona fetta del turismo estivo straniero delle Dolomiti, Germania e Regno Unito in testa. 

Ecco perché il futuro è più che fosco, foschissimo. Un tentativo di analisi ha provato a farlo Massimo Zara (dottore commercialista, fondatore Zara&Partners), avendo come base il settore alberghiero del triveneto. 

Assumendo che le performance del 2018 rimangano costanti nel 2019, sono stati ipotizzati tre diversi scenari per il periodo 2020-2021, rispetto all’anno 2019: uno pessimistico, in cui si ipotizza una diminuzione dei ricavi del 70% nel 2020 e del 30% nel 2021; uno bilanciato, in cui l’ipotesi è di diminuzione dei ricavi del 50% nel 2020 e del 15% nel 2021; uno ottimistico, invece, se così si può dire, in cui si ipotizza una diminuzione dei ricavi del 30% nel 2020 e una situazione stabile nel 2021. 

«Nel peggiore degli scenari ipotizzati – sostiene l’analisi di Zara&Partners -, nel biennio si potrà giungere ad una perdita aggregata di circa 830 milioni di euro, che si riduce a circa 458 milioni nel secondo scenario; nel terzo scenario è previsto il ritorno all’utile già nel 2021».

Belluno è inserita in questo quadro. Ma non è sicuramente la parte forte. Anzi. Ha però un asso nella manica: i Mondiali di sci 2021. Con lo slittamento in avanti delle Olimpiadi di Tokyo 2020 (spostate all’estate 2021), l’appuntamento iridato di Cortina sarà il primo grande evento sportivo planetario dopo il coronavirus. Un’occasione da non mancare per il territorio e per il business turistico.

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