Dalla calza al carbone: la burbera vecchietta diventa generosa Befana

Dalla calza al carbone: la burbera vecchietta diventa generosa Befana

La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte,
col vestito alla romana,
viva viva la Befana!

Eccoci per un nuovo appuntamento di Leggende in quota

La festa cristiana dell’Epifania ricorda l’arrivo dei Re Magi alla grotta del Bambin Gesù, dove viene venerato con oro, incenso e mirra.
La festa pagana, invece, ricorda la Befana.
Conoscete la leggenda della vecchietta che, la notte del 5 gennaio, lascia i dolci o carbone nella calza?

Si dice che i Re Magi, diretti a Betlemme per adorare il Bambin Gesù, avessero delle difficoltà a trovare la grotta della Sacra Famiglia: avevano perso di vista la stella cometa.
Decisero allora di bussare a una porta per chiedere informazioni su dove si trovasse il nuovo nato.
Caso volle che bussarono proprio alla casa di una vecchietta non proprio collaborativa: anzi, alquanto burbera, tanto che vennero cacciati.
Presa dallo sconforto e pentita di ciò che aveva fatto, la vecchietta riempì alla rinfusa un cesto con datteri e frutta secca.
Si mise così alla ricerca dei Re Magi, ma di loro nessuna traccia. 
Così, a ogni casa che trovava lungo il cammino, si fermava per donare ciò che aveva nel cesto, nella speranza di trovare il Bambinello.
Nasce così la leggenda della Befana, che regala dolci ai bimbi buoni.
Inoltre, sempre la leggenda vuole che Numa Pompilio, uno dei sette re di Roma, avesse l’abitudine di appendere, una calza in una grotta per ricevere doni da una ninfa, durante il solstizio d’inverno.
Ecco perché la Befana lascia i doni dentro la calza. 

CURIOSITÀ 
Sapete perché la Befana porta anche il carbone?
Il carbone, antico simbolo rituale dei falò, inizialmente veniva inserito nelle calze insieme ai dolci come buon auspicio.
Nel tempo, invece, si è trasformato come simbolo di punizione per i bambini più birichini.
Inoltre, sempre nella civiltà contadina, le calze venivano appese sotto la cappa o alla catena del paiolo, vicino comunque al focolare, affinché la Befana, andandosi a scaldare vicino al fuoco, potesse trovarle subito.

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