Meno giorni di neve. Inverni più tiepidi, anche in montagna. Ed estati torride, con temperature destinate a crescere di circa 5 gradi. Non esiste la sfera di cristallo, ma lo scenario della montagna bellunese al 2100 è più o meno questo. Lo ha elaborato – sulla base dei dati degli ultimi anni e dei trend stagionali – la piattaforma “Proiezioni climatiche per il Nord-Est”, recentemente sviluppata e messa a disposizione online grazie a una collaborazione tra le Arpa di Veneto e Friuli Venezia Giulia.
LO SCENARIO
Un’infografica presenta le tendenze attese per quattro indicatori climatici: temperatura media estiva, precipitazione media estiva, notti tropicali (ovvero numero giorni con temperatura minima maggiore di 20 gradi) e giorni di nevicata (ovvero numero giorni con temperatura media minore di 2 gradi e precipitazione maggiore di 1 millimetro). La variazione del clima è espressa in anomalia, variazione del valore atteso nel futuro (2071-2100) rispetto ai dati del periodo di riferimento (1976-2005).
«Il clima atteso in futuro dipende dallo scenario di emissioni e concentrazioni di gas serra in atmosfera che si verificherà a scala mondiale. I diversi scenari considerano l’adozione o meno di azioni per ridurre l’emissione di tali gas (mitigazione): uno scenario con forte mitigazione è caratterizzato da una robusta riduzione delle emissioni di gas serra secondo l’accordo di Parigi, mentre in uno scenario con nessuna mitigazione si hanno emissioni crescenti come da tendenza attuale» spiegano da Arpav.
La differenza non è di poco conto. La temperatura estiva in montagna è destinata a salire di 1,5 gradi con una forte mitigazione, e addirittura di 5,5 gradi di fronte a nessuna mitigazione. Le precipitazioni estive invece caleranno del 15% se non verranno presi seri provvedimenti. Ma a spaventare è la neve. Già adesso i giorni di nevicate si sono ridotti: sono destinati a calare ulteriormente di 5 giorni l’anno con una forte mitigazione, mentre addirittura a due settimane, nello scenario peggiore.