
Il lupo è tornato a popolare la montagna bellunese. E divide. Da una parte chi lo benedice come segno concreto della biodiversità. Dall’altra chi ne farebbe volentieri a meno, spaventato dai danni che il grande carnivoro può provocare alla zootecnia locale. In mezzo, una conferenza con taglio scientifico. La propone il Comune di Cesiomaggiore, in collaborazione con il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
“Evoluzione del lupo nel territorio bellunese e coesistenza con l’uomo” è il titolo della serata, in programma per giovedì 12 dicembre, alle 18, al Museo Etnografico della Provincia di Belluno, a Seravella. La location non è casuale: difatti, una sala espositiva è dedicata proprio al rapporto dell’uomo con gli animali selvatici, tanto che campeggia una foto con due cacciatori che posano trionfanti davanti all’ultimo esemplare di lupo cacciato in Comelico, più o meno un secolo fa.
Al tavolo dei relatori sederanno tre grandi esperti: Sonia Calderola, della Direzione Agroambiente Regione Veneto; Stefano Mariech, del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi; e Marina Berto, comandante reparto carabinieri del Parco.