Ceramica Dolomite, il 16 gennaio l’incontro al Ministero

Ceramica Dolomite, il 16 gennaio l’incontro al Ministero

Giovedì prossimo, 16 gennaio, sarà una data molto importante per quanto riguarda il futuro della Ceramica Dolomite. Per quel giorno è stato infatti fissato al Ministero dell’Industria e del Made in Italy l’incontro con la proprietà dalla quale si potranno capire meglio quali siano, se ci sono, i piani di rilancio della storica azienda di Borgo Valbelluna, che dopo il salvataggio dalla chiusura versa da mesi in una situazione di grande incertezza. Parzialmente soddisfatti i sindacati, che che avevano chiesto a gran voce l’incontro.

«E’ positivo che dal dicastero interessato ci sia stato un pronto e sollecito riscontro alla nostra domanda di convocazione in sede istituzionale – spiegano Stefano Zanon e Mauro Dalla Rosa della Femca Cisl, Giampiero Marra della Filctem Cgil e Giorgio Agnoletto della Uiltec Uil -. In quella sede ci aspettiamo risposte chiare e precise sulle reali intenzioni della società rispetto al progetto di rilancio e di sviluppo della Ceramica Dolomite. Servono, da parte dei soci, garanzie concrete, nel merito della sostenibilità economica e finanziaria nel breve e medio periodo, dei piani industriale e commerciale con una prospettiva in questo caso di più lungo respiro».

Proseguono i sindacati: «Su questi temi non faremo sconti a nessuno e vorremmo fosse chiaro da subito che i lavoratori tutti si aspettano e si meritano impegni chiari, precisi e concreti da parte degli investitori, che sappiano dare quel minimo di tranquillità indispensabile per poter guardare al futuro di questa azienda, fondamentale per tutto il territorio bellunese, con sufficiente serenità e positività. La mancanza di risposte in tali direzioni degli ultimi mesi, il perdurare della situazione di crisi e dalla cassa integrazione ordinaria che continua a colpire i salari dei lavoratori con l’ulteriore slittamento della ripresa produttiva, ci lasciano perplessi e ci preoccupano molto. Anche per questo, continuiamo a chiedere alla direzione di fare chiarezza una volta per tutte sulle reali intenzioni della proprietà rispetto al futuro di quella che continua a essere un punto di eccellenza della manifattura bellunese».

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