Cena in villa con il ristorante. Il Covid fa nascere nuove idee

Cena in villa con il ristorante. Il Covid fa nascere nuove idee

Le regole imposte dal dpcm aguzzano l’ingegno di ristoratori e imprenditori dell’accoglienza. E danno vita a collaborazioni che hanno tutta l’aria di poter funzionare anche quando l’emergenza sanitaria sarà solo un brutto ricordo.

Un esempio? L’idea nata qualche giorno fa all’ombra dei secolari carpini del viale di Cart, vicino a Feltre. Protagonisti Ulisse Baldisseri, proprietario della splendida Villa San Liberale, ristrutturata e adibita a struttura ricettiva di pregio, e Gianluca Campigotto e Roberta Finocchiaro, gestori del ristorante Panevin, una delle eccellenze della ristorazione bellunese.

Da un lato, le regole imposte dal governo impediscono agli ospiti di Villa San Liberale (spesso coppie in cerca di relax) di uscire per una cena, magari romantica. Dall’altro, come tutti i ristoranti, il Panevin è ora costretto a chiudere le porte alle 18. Così, l’altro giorno Ulisse Baldisseri ha telefonato ai vicini di casa: «Perché non cucinate direttamente per i miei ospiti?». Una proposta accolta con entusiasmo. Ed ecco pronto l’accordo. Cena e pernottamento in loco, come previsto dalle regole. E due menu (uno di carne, l’altro di pesce) a disposizione, da gustare in tutta sicurezza nella suggestiva taverna di villa San Liberale.

Un’idea semplice, che potrebbe però avviare una collaborazione duratura. «La nostra clientela desidera cose diverse dal consumare la cena in camera – spiega Baldisseri – e nel Feltrino sono pochissime le strutture dotate di ristorante interno. Così la proposta è arrivata naturale: noi mettiamo a disposizione una location esclusiva, il Panevin la sua cucina di qualità».

Naturalmente, non si parla di una proposta per tutti: «Non avrà prezzi popolari – spiega Baldisseri – ma d’altra parte stiamo parlando di un servizio esclusivo». E se l’idea dovesse piacere? «Potremo continuare a proporla, dimostrando come anche nel Feltrino la collaborazione non toglie nulla, anzi, crea delle opportunità in più».

Cambiando punto di vista, l’effetto non muta. Anzi. «Noi di fatto, con le nuove regole, abbiamo chiuso l’attività – spiega Campigotto – perché la nostra è una cucina gourmet e quindi non ha senso tenere aperto a pranzo durante la settimana. E la cucina da asporto, per un locale come il nostro, ha poco senso. Villa San Liberale invece ci offre il contesto giusto per continuare ad esprimere la nostra filosofia. Ed è un servizio in più che possiamo offrire anche ai nostri ospiti, spesso provenienti da altri territori: così, dopo aver cenato, possono fermarsi a dormire in un contesto meraviglioso».

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