Cosa accomuna Belluno alle autonome Trento e Bolzano e alla “oltre confine” Innsbruck? «Siamo gente di montagna, abituata a camminare insieme; siamo comuni, per di più capoluogo, quindi rappresentiamo la porta d’accesso dei cittadini alla richiesta di soluzione ai loro problemi; parliamo lingue diverse, ma con territori e problematiche simili»: questa la risposta dell’assessore alle politiche sociali del Comune di Bolzano Juri Andriollo. Una risposta che è alla base della Carta sociale delle Alpi, documento firmato ieri mattina a Palazzo Rosso dalle quattro amministrazioni comunali e che dà il via a un percorso di condivisione di analisi e intervento sulle tematiche sociali.
«Costruire insieme le politiche sociali del futuro»
A battezzare la nascita del documento è stato l’assessore alle politiche sociali del Comune di Belluno, Marco Dal Pont: «Trova concretizzazione un lavoro nato ormai quasi due anni fa, che vuole dare enfasi al territorio alpino e sviluppare forme di collaborazione tra territori e realtà simili per conformazione e problematiche. Con la Carta sociale delle Alpi, questi quattro comuni potranno mettere sul tavolo i propri sistemi sociali, le azioni di contrasto alle problematiche e di sostegno alle fragilità e, da questo confronto, ognuno potrà “copiare” quello che ritiene migliore per il proprio territorio».
«Realtà diverse, ma con problemi simili»
«Regione Veneto, province autonome, Austria: sono realtà con ordinamenti e competenze diverse, ma tutti i comuni sono i primi erogatori di servizi sociali ai propri cittadini. – ha sottolineato l’assessore alle politiche sociali del Comune di Trento, Alberto Pedrotti – Il tasso di natalità in calo, l’isolamento, la crescita delle famiglie mononucleo: queste sono le sfide che dobbiamo affrontare, con un sistema che dopo decenni di crescita continua non è abituato alle situazioni di de-crescita».
«Famiglia e volontariato pedine fondamentali per il sociale»
Anche oltre confine la situazione non è delle migliori: a testimoniarlo, Georg Willi, vicesindaco di Innsbruck, che ha evidenziato l’importanza di «famiglia e volontariato in una società che si è trasformata, dove la popolazione è sempre più anziana e i bisogni sono diversi rispetto al passato. Servono cura e assistenza per garantire vivibilità e qualità di vita ai cittadini».
«Welfare collaborativo basato sulla rete di esperienze»
Per coordinare il confronto tra quattro enti tanto simili per territorio e problematiche quanto differenti per possibilità e modalità di risposta, serviva una realtà esperta: qui entra in gioco la Federazione per il sociale e la sanità di Bolzano, che coordinerà il progetto. «Rappresentiamo sessanta organizzazioni sociali del Sud Tirolo e il lavoro in rete è fondamentale per rafforzare il welfare collaborativo. – ha spiegato il presidente Wolfgang Obwexer – Migliorare i servizi deve essere l’obbiettivo principale, e la collaborazione e gli scambi, anche transfrontalieri, sono molto importanti in questa crescita».
Azioni e priorità
Come si concretizzerà la Carta sociale delle Alpi? Innanzitutto, con la condivisione delle buone pratiche sui temi più caldi per i territori alpini: «La priorità deve essere l’attenzione all’invecchiamento della popolazione e alla domiciliarità, anche con le nuove tecnologie, – ha evidenziato Andriollo – ma non possiamo dimenticare i temi giovanili, la residenzialità, la gestione e integrazione dell’immigrazione, lo spopolamento. Dobbiamo lavorare insieme avendo come unico obbiettivo le persone». Partirà da queste questioni il confronto, con ogni comune pronto a mettere sul piatto la propria esperienza, migliorarla e rivederla a seconda di altre soluzioni adottate altrove e – in caso – “copiare” le risposte più adatte al proprio territorio.
Infine, Dal Pont ha annunciato per l’autunno un convegno che vedrà i quattro comuni lavorare su un tema sociale specifico che verrà presentato e discusso non solo con il mondo della politica e delle amministrazioni locali, «ma anche con il mondo scientifico, pensiamo a quello delle università, e soprattutto con il volontariato, che in questi territori ha e sempre avrà un ruolo fondamentale».