«Cari ministri e parlamentari bellunesi, chi pensa alle piscine?»

«Cari ministri e parlamentari bellunesi, chi pensa alle piscine?»

Lettera aperta ai ministri e parlamentari bellunesi da parte dei gestori delle piscine della provincia

Gentilissimi,
siamo i gestori delle piscine della provincia di Belluno. Come tantissimi altri operatori economici che lavorano nel settore dello sport stiamo soffrendo moltissimo per questa prolungata chiusura dovuta all’emergenza epidemiologica da Covid-19.

In questi giorni si parla di ristori per le attività economiche della montagna, in particolare si fa menzione degli impianti di risalita e del comparto della ristorazione e del turismo in genere. Tutte attività importanti per il tessuto economico e sociale del territorio, ma che per la stragrande maggioranza dei casi sono attività private, a scopo di lucro. Poche parole vengono spese invece per le piscine che, nel comparto degli impianti sportivi, hanno una particolare connotazione.
Infatti la maggioranza delle piscine sono di proprietà di enti pubblici (comuni, unione montana) e affidate in gestione a società o associazioni sportive dilettantistiche, non a scopo di lucro, che operano in regime di concessione e, vista la valenza sociale delle attività che non hanno rilevanza economica, con tariffe concordate con le amministrazioni proprietarie.

I costi di mantenimento sono molto alti, anche quando sono chiuse. Si pensi solo alla parte fissa dei contratti di fornitura per l’energia, alle imposte locali e statali, ai canoni di mutuo, di affitto, di concessione, (oltre ai costi per le manutenzioni degli impianti) che non e possibile bloccare per cosi tanto tempo. Si tratta di decine di migliaia di euro per ogni mese di chiusura, che, a entrate azzerate, rappresentano un ostacolo insormontabile al proseguimento dell’attività.
Alle enormi difficoltà dei gestori si affiancano quelle delle imprese della filiera: fornitori di servizi, di componenti, di attrezzature e di materiale.

Le nostre società hanno quasi tutti i propri dipendenti in cassa integrazione e devono ancora percepire quanto dovuto dal mese di dicembre.

Con questa nostra lettera, chiediamo di essere ascoltati e di essere presi in considerazione nel momento della valutazione dei criteri per un commisurato sostegno alla lunga chiusura. Auspichiamo inoltre un approfondimento riguardo le piscine che finora sono purtroppo state viste come qualsiasi altra realtà, ossia come luogo di contagio e quindi costrette a chiusure forzate. Tale decisione l’abbiamo trovata alquanto incomprensibile: adottando le dovute misure di salute e sicurezza le piscine sono il luogo ideale per favorire l’attività motoria per tutti e per tutte le età.

Chiediamo pertanto il Vostro interessamento affinché quanto prima:
• vi possa essere la riapertura delle piscine in tempi rapidi e con protocolli razionali e sostenibili economicamente, tenuto conto che dovrà essere fatta in sicurezza per gli operatori e per gli utenti;
• vengano assicurati sostegni congrui e proporzionali ai danni subiti per salvare le piscine.
• Importante per tutto il comparto sarà inoltre quello di prevedere poi:
• la possibilità di estendere le concessioni per gli impianti pubblici;
• di ridurre o congelare i canoni e prevedere la detraibilità delle attività sportive da parte degli utenti in dichiarazione dei redditi.

Angelo Paganin, Ondablu, piscine comunali di Pedavena e Santa Giustina
Fabio Gasperin, Sportivamente Belluno, piscina comunale di Belluno
Giorgio De Nardin, Attivamente Agordino, piscina comprensoriale di Agordo Aldo Codognola, Sporting Club Lessinia, piscina comunale di Longarone Marco Coli, Mondo Sport, piscina comunale di Pieve di Cadore
Silvia Vecellio, Dolomiti Nuoto, piscina di Pelos di Cadore

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